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ABSTRACT – L’uomo religioso è colui che, in vari modi e con diverse gradazioni, ha fatto esperienza certa di Dio, un Essere unico e sublime, la cui eccelsa qualità impone che davanti a Lui si assuma un atteggiamento di profonda riverenza. Questa esperienza fondatrice è attestata diffusamente nella Bibbia, e in particolare nei Salmi.
Ci mettiamo in ginocchio, come riconoscimento di piccolezza, di fronte al Dio grande; ma non nella vergogna, al contrario, nel canto e nel plauso. Il riconoscimento della incomparabile qualità divina assume infatti la forma della preghiera di lode, che nella sua forma migliore non ha altra finalità che quella di celebrare Dio «per la sua immensa gloria»; l’orante esulta di intensa gioia nell’esaltare e magnificare Dio, perché riconosce che tutto ciò che di bene esiste è in Dio, e Dio è, di fatto, originaria benevolenza, è perfetta volontà benefica. Per noi che vogliamo essere uomini religiosi, è doveroso allora entrare nella considerazione meditativa della misericordia del Signore assumendo non un procedimento speculativo, ma una dimensione di preghiera. Ed è utile e saggio prendere a modello il modo di pregare ispirato; e concretamente il salmo 136, la «grande lode» (il grande Hallel) della tradizione biblica.
In esso l’autore ci introduce e ci guida nel canto che celebra la perenne benevolenza di Dio. Meditando passo passo il Salmo, si coglie come la misericordia di Dio si manifesta fin dal principio nella grandiosità della creazione; si attua nei potenti gesti della storia della salvezza, in particolare nell’esperienza che Israele fa dell’Esodo, dell’essere salvati dal Faraone; e raggiunge l’orante nel momento presente con il dono della terra e del pane quotidiano.
Da sempre e per sempre è la misericordia del Signore – l’eterno presente di Dio – e perpetuo e sempre nuovo è l’inno di grazie del credente, con cui egli interpreta il grido di giubilo di ogni creatura, ricordando quanto buono è il Dio del cielo.
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THE LORD’S ETERNAL MERCY
Prayer is needed to truly receive the Lord’s mercy. And to pray we have to listen to the Word of God. The author of Psalm 136 introduces, and guides us in the song that celebrates God’s perpetual benevolence. It manifests itself from its beginning in the grandeur of creation, it is carried out in the powerful gestures of the history of salvation and reaches the person who prays at that actual moment with the gift of daily bread. Forever and always is the Lord’s mercy, and perpetual and ever-new is the believer’s hymn to say thank you, and with which he interprets the cry of jubilance of each creature, remembering how good the God in heaven is.