L’articolo, facendo riferimento ai tre progetti di Costituzione redatti nell’ottobre del 1946 dai gesuiti della Civiltà Cattolica, indica quale era la posizione dottrinale più condivisa dalla «scuola romana» sulla libertà di coscienza e di religione. La tesi affermava che soltanto la «verità cattolica», in uno Stato confessionale, ha diritto di cittadinanza, mentre l’«errore» dev’essere soltanto tollerato e, in ogni caso, non incoraggiato o aiutato attraverso la libertà di stampa e di propaganda. Tale tesi non era però seguita da molti cattolici che si erano formati sulle opere di intellettuali come Daniélou, Maritain, Mounier. Non si può ottenere interamente — disse De Gasperi al Nunzio — tutto ciò che la Chiesa chiede in materia di religione.
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LA LIBERTÀ RELIGIOSA NEI PROGETTI DI COSTITUZIONE REDATTI DALLA «CIVILTÀ CATTOLICA»

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