Durante la discussione in Parlamento della legge elettorale in vigore diverse volte si è fatto riferimento alla legge Acerbo con la quale Mussolini nel novembre 1923 sostituì al sistema «proporzionale», vigente dal 1919, quello «maggioritario» con premio di maggioranza. In questo articolo, utilizzando anche una documentazione inedita, si esamina la posizione dei «cattolici organizzati» in merito alla proposta di legge fascista, nonché le dolorose vicende che ne accompagnarono l’approvazione. Come è noto, essa contribuì a portare a compimento la «rivoluzione» fascista iniziata un anno prima con la «Marcia su Roma», dandole quell’agognata patina di legittimità o di investitura popolare di cui Mussolini aveva bisogno.
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LA LEGGE ACERBO E LA VIOLENZA FASCISTA CONTRO I CATTOLICI
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