
Le campagne politiche, inevitabilmente, si incentrano più sulle narrazioni che sulle idee. Il 24 luglio 2024 il presidente degli Stati Uniti Joseph R. Biden ha raccontato una delle storie più importanti della sua lunga carriera politica: rivolgendosi agli americani per spiegare i motivi per cui si ritirava dalla corsa per la rielezione alla presidenza, ha narrato la storia del suo impegno personale nel servizio pubblico e della sua venerazione per la carica politica che occupava. Quel discorso, pronunciato da lui seduto dietro la scrivania presidenziale nello Studio Ovale della Casa Bianca, ha inevitabilmente richiamato una narrazione che ha implicazioni ancora più ampie: quella che riguarda l’idea stessa di America[1].
Negli Usa c’è una sensazione diffusa che la politica americana sia in crisi. Ne è un indicatore, probabilmente il più grande, il declino della fede nel «sogno americano»[2]. Il discorso di Biden era intriso proprio del «sogno americano», ovvero dell’idea che negli Stati Uniti qualsiasi individuo sia in grado di raggiungere il successo sociale ed economico. Spesso ciò si associa all’«eccezionalità americana», ovvero all’idea che gli Stati Uniti abbiano un ruolo distintivo nel mondo. Nel discorso di Biden, l’America è «l’idea più potente nella storia del mondo», una «causa sacra» che «è più grande di ognuno di noi». Essa viene espressa come una fede nella Dichiarazione di indipendenza: «Siamo tutti creati uguali, dotati dal nostro Creatore di alcuni diritti inalienabili: vita, libertà, ricerca della felicità». Ha detto il Presidente: «Ecco che c’è di così speciale nell’America: siamo una nazione di promesse e di possibilità, di sognatori e di uomini d’azione, di americani comuni che fanno cose straordinarie».
Secondo Biden, gli elettori nel prossimo novembre si troveranno ad affrontare proprio il quesito sulla loro volontà di difendere gli elementi cruciali di questo compito: «Crediamo ancora nell’onestà, nella dignità, nel rispetto, nella libertà, nella giustizia e nella democrazia?». E in effetti, per quanto le reazioni al discorso di Biden, com’era prevedibile, abbiano rispecchiato le linee e le divisioni di partito, la domanda più critica è stata quella posta indirettamente dal Presidente uscente: gli americani credono ancora nel «sogno americano»? La risposta è decisiva; se è vero, infatti, che questo sogno fa parte della storia comune della società statunitense, di fatto esso si sta disintegrando.
Entrambi i principali partiti politici erano soliti sostenere il «sogno americano», ma le cose sono cambiate. Dagli anni Sessanta, i democratici, allineandosi a una politica più progressista, hanno
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