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Il 30 aprile 1984 moriva, a causa di un ictus cerebrale, Aimé Duval, gesuita francese che seppe farsi compagno dell’uomo con la sua attività di cantautore. Egli si esibì in numerosi concerti in Europa e oltreoceano, consegnando alle folle una rilettura esistenziale e radicale del messaggio evangelico, contenuto nelle storie delle sue canzoni, tra i drammi della classe operaia delle banlieues francesi e i tanti poveri dei bar notturni. La dipendenza dall’alcol lo portò nel baratro dell’esistenza, un abisso dal quale egli uscì grazie all’aiuto dell’associazione «Alcolisti Anonimi». Questa esperienza divenne un passaggio di morte e risurrezione, come viene descritto nel suo libro Il bambino che giocava con la luna. A trent’anni dalla sua morte, ripercorriamo la vita e il profondo senso di misericordia e giustizia presente nelle sue canzoni.