L’articolo mette a confronto alcuni testi del card. J.-M. Lustiger con altri del beato card. A. I. Schuster che hanno in comune l’invito, al clero e ai laici, a utilizzare per la preghiera privata la Sacra Scrittura, specialmente quelle sue parti che la Chiesa propone ogni giorno nella liturgia. Oggi purtroppo la cultura induce l’uomo a pensarsi in termini di onnipotenza e sufficienza. Si tratta di un atteggiamento opposto a quello, altrettanto superficiale, del cristiano che viveva nella società preindustriale e pregava e pretendeva, come per effetto magico, ciò di cui aveva bisogno. Va quindi intensificata la cura che i sacerdoti pongono nell’educazione dei fedeli, come singoli e come comunità, alla preghiera nutrita dalla sacra Scrittura. È auspicabile inoltre che nelle famiglie cattoliche diventino abituali la lettura e la meditazione della Scrittura e specialmente che le madri insegnino ai figli a pregare così.
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DUE CARDINALI E LA PREGHIERA
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