È uno dei poeti più originali e più essenziali del Novecento. Soprattutto dei più inquietanti. Ha consumato la sua vita nella ricerca della realtà del proprio io, del senso della vita e della morte, della presenza-assenza di Dio; e ha «narrato» le vicende e gli approdi della sua ricerca in un’opera poetica dimessa ma fortemente evocativa, realistica e simbolica, domestica ma con balzi nella metafisica. Richiama alla mente Kafka e J. L. Borges. Di questa sua ricerca — seria sincera discreta — l’articolo analizza i percorsi e gli approdi.
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«AH, MIO DIO. PERCHÉ NON ESISTI?». GIORGIO CAPRONI

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