[…] È oggi papa Francesco a interpretare quella cultura europea che altri non riescono più a difendere. Non perché sia un papa di sinistra, come alcuni politici e intellettuali immaginano banalizzando la sua figura, ma perché papa di popolo, come ha spiegato mesi fa il padre gesuita Antonio Spadaro, direttore di “Civiltà cattolica”: «Facciamo discorsi ragionevoli e illuminati, ma la gente è altrove. E il grande rischio è quello di immaginare il “popolo” in forma di “massa anonima”. La verità è che molte persone si avvicinano ai partiti populisti o alle sette fondamentaliste perché si sentono lasciate indietro. Ecco perché la questione centrale oggi è quella della democrazia. Per reagire occorre prima di tutto riconnettersi con la società civile, con i “ceti popolari”, ricostruire la relazione naturale con il popolo. Bisogna tornare a essere “popolari”». […]

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