La Chiesa non ha «il potere di impartire la benedizione alle unioni dello stesso sesso» perché «non benedice e non può benedire il peccato». È quanto ha affermato a metà dello scorso mese di marzo il cardinale spagnolo Luis F. Ladaria, presidente della Congregazione per la dottrina della fede, in un responso (Responsum) la cui pubblicazione ha avuto l’“assenso” del papa. […]
Lo stesso cardinale arcivescovo di Vienna ha dichiarato di «non essere soddisfatto» di questo responso. Nel 2015, in occasione del secondo dei due Sinodi in cui fu affrontata la questione, aveva già difeso – insieme ad altri vescovi – l’esistenza di «elementi positivi» nelle unioni fuori del matrimonio canonico. Per questo, sostenne che la Chiesa doveva smetterla di essere un’istanza inacidita in nome di una verità immutabile ed essere disposta a favorire il «bene possibile» che si fonda e si manifesta in tutti i rapporti umani (compresa l’omosessualità). E, favorendo un simile «bene possibile», proiettarlo nel futuro.
Credo che questo sia il punto di differenza più importante tra il pontificato di Francesco e quelli di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, magnificamente presentato dallo stesso cardinale Schönborn in un’intervista pubblicata quell’anno su La Civiltà Cattolica, la rivista ufficiosa del Vaticano. […]