In occasione della Pasqua, il Papa ha inviato un messaggio, noto come “Lettera ai movimenti popolari” con cui da tempo il pontefice ha intessuto un dialogo, parlando apertamente di una «retribuzione universale» di base: «Forse – dice Francesco – è giunto il momento di pensare a una forma di retribuzione universale di base che riconosca e dia dignità ai nobili e insostituibili compiti che svolgete; un salario che sia in grado di garantire e realizzare quello slogan così umano e cristiano: nessun lavoratore senza diritti».
In questi giorni, grazie ad un articolo di Civiltà Cattolica a firma del gesuita Gaël Giraud (Economista, direttore di ricerche al CNRS di Parigi), il tema è stato rilanciato con un lungo e ragionato intervento di cui daremo subito ragione, e a cui iniziano ad arrivare le prime risposte, come quella del 4 giugno del Foglio. Ma quali sono i termini della questione? […]