Su “Avvenire” del 21 dicembre, Vittorio Possenti di fronte al sanguinoso e perdurante conflitto tra Israele e Palestina ribadiva come «unica soluzione» quella dei due Stati. È la soluzione che viene generalmente proposta a livello politico-diplomatico. Chi la propone di solito non spiega come si farebbe oggi la spartizione del territorio tra i due Stati e questo solleva un problema di non poco conto. Ci si può domandare: è proprio l’unica soluzione? In realtà, non sono poche le persone che si chiedono se la risoluzione 181 dell’Onu nel 1947 che prevedeva due popoli e due Stati, dopo 76 anni sia oggi realistica e plausibile. C’è da dubitarne. Infatti, diversi analisti e conoscitori della situazione sul campo la ritengono irrealistica. […]

«Se nella realtà odierna non è possibile ritagliare due Stati vitali, sovrani e sicuri, la ripartizione non porterà alla giustizia e alla pace, tanto desiderate, tra israeliani e palestinesi» (“Ripensare la ripartizione della Palestina?” in La Civiltà Cattolica, 19, p. 370). Il grosso e insoluto nodo della questione è costituito dai cittadini arabi palestinesi che all’interno di Israele costituiscono un quarto della popolazione, ma non godono di uguali diritti. Una cosa è certa: finché i palestinesi saranno di serie B e in precaria situazioni socio-economica continuerà il conflitto. […]

Leggi tutto su Avvenire.