A Kiev come a Mosca tra i segreti meglio custoditi ce ne sono due: il numero dei soldati caduti e la lista dei rispettivi prigionieri di guerra. Ma dalla diplomazia sotterranea che punta alla restituzione dei militari catturati arriva una speranza per l’ipotesi di negoziato. «Non si è mai vista una guerra così brutale nella quale gli scambi di prigionieri siano avvenuti con cadenza quasi settimanale», conferma una fonte della Croce Rossa da Ginevra. […] Stavolta con un mediatore speciale, riconosciuto da entrambi i belligeranti. «Sono venuti da me alcuni inviati ucraini. Tra questi il vicerettore dell’Università Cattolica dell’Ucraina, accompagnato dall’assessore per le questioni religiose del presidente, un evangelico», ha rivelato papa Francesco incontrando in Kazakistan a metà settembre un gruppo di gesuiti per il consueto scambio di opinioni al termine di ogni viaggio apostolico, riportato da “La Civiltà Cattolica”. «Abbiamo parlato, discusso. È venuto anche un capo militare – aveva detto papa Francesco – che si occupa dello scambio dei prigionieri, sempre con l’assessore religioso del presidente Zelensky». Kiev aveva chiesto direttamente alla Santa Sede di intervenire. «Questa volta – aggiungeva il Papa alludendo a precedenti colloqui riservati – mi hanno portato una lista di oltre 300 prigionieri. Mi hanno chiesto di fare qualcosa per operare uno scambio. Io ho subito chiamato l’ambasciatore russo per vedere se si poteva fare qualcosa, se si potesse velocizzare uno scambio». Il pontefice non ha specificato di quale episodio si trattasse. […]

Leggi tutto su Avvenire.