Oscillano fra il ridicolo e il patetico le esternazioni dei leader di governo Meloni e Salvini e i commenti dei giornali di destra che si appropriano di sette parole pronunciate da papa Francesco all’Angelus di domenica scorsa («i trafficanti di esseri umani siano fermati») e le trasformano in una benedizione pontificia delle politiche contro i migranti degli attuali inquilini di Palazzo Chigi.

Evidentemente in Vaticano, e alla Cei, i quotidiani li leggono, e ieri si sono succedute dichiarazioni che, senza fare nomi, hanno rispedito al mittente le strumentalizzazioni politiche della destra. Occorre «un rinnovato impegno nel favorire lo spirito dell’accoglienza e della solidarietà» nei confronti dei migranti», ha detto Bergoglio in un messaggio ai partecipanti al seminario «La cattedra dell’accoglienza», in corso alla Fraterna Domus di Sacrofano (Roma). […]

Eppure nel magistero non sempre lineare del papa, se c’è un tema su cui la barra è stata sempre dritta è proprio quello dell’accoglienza dei migranti, come ricorda anche La Civiltà Cattolica in un articolo nel numero appena uscito. Del resto il pontificato di Bergoglio, dieci anni fa, iniziò con il suo primo viaggio a Lampedusa, dove coniò l’espressione «globalizzazione dell’indifferenza». Che all’epoca – chissà perché – a Salvini non piacque proprio: «Papa Francesco ha detto no alla globalizzazione dell’indifferenza, io dico no alla globalizzazione della clandestinità».

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