Una Chiesa in grado di accogliere tutti come una casa paterna dove c’è posto per ciascuno. Ma anche una Chiesa che non abbandona i suoi ideali più alti e difende i Sacramenti per sempre come il matrimonio e il sacerdozio e dice no e in modo netto ad ogni forma di relativismo sociale ed etico. È la Chiesa di papa Francesco, come sottolinea nell’ultimo numero de La Civiltà Cattolica l’articolo dal titolo eloquente «“Tutti, tutti, tutti”. Accoglienza o relativismo nella Chiesa cattolica» firmato dal gesuita portoghese Nuno Tovar de Lemos, direttore del Centro Comunitario San Cirillo a Oporto.
Il religioso nel suo articolato intervento, apparso sul quindicinale della Compagnia di Gesù, ha voluto spiegare nella giusta chiave ermeneutica il senso del discorso pronunciato a Lisbona durante la Gmg dell’agosto scorso da papa Francesco. Intervento nel quale il Vescovo di Roma ha chiesto soprattutto alla Chiesa come istituzione di essere accogliente con tutti e di non escludere nessuno. Nel saggio si fa ampio accenno all’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium del 2013. Secondo padre Tovar de Lemos questo testo profetico del Pontefice deve essere letto in continuità con l’intervento del Pontefice in Portogallo: cioè di una Chiesa che non sia più una «dogana» ma sia sempre in grado di accogliere «ciascuno con la sua vita faticosa». […]