Il Papa e l’aggravarsi della guerra. Insostenibile escalation

Avvenire · 30/09/2022

È tempo di verità sulla guerra in Ucraina. E la prima verità è che è «un errore pensare che sia un film di cowboys, dove ci sono i buoni e i cattivi, e che sia una guerra tra Russia e Ucraina e basta». Un’evidenza che papa Francesco ci ha ancora una volta messo sotto gli occhi, parlando a 19 religiosi della ‘Regione russa’ della Compagnia di Gesù. Dialogo che si può leggere su ‘La Civiltà Cattolica’.

È una guerra mondiale, e ne siamo coinvolti tutti. E l’ambigua serie di attentati al gasdotto del Baltico, all’indomani dello scambio aperto di reciproche minacce nucleari tra Mosca e Washington, ci dice quasi tutto del livello dello scontro in questa guerra ‘ibrida’ che arriva nei suoi costi umani e sociali sin dentro casa nostra, anche se i nostri figli non sono stati chiamati (come in Ucraina e in Russia) a ‘mettere gli scarponi sul terreno’. Il Papa ricorda ancora una volta che a dicembre dello scorso anno un capo di Stato era andato a dirgli le sue preoccupazioni sulla Nato che «era andata ad abbaiare alla porte della Russia senza capire che i russi sono imperiali e temono l’insicurezza ai confini», esprimendogli «la paura che ciò avrebbe provocato una guerra, e questa è scoppiata due mesi dopo», concludendo che «non si può essere semplicisti nel ragionare sulle cause del conflitto», e che egli vede «imperialismi in conflitto, e quando si sentono minacciati e in decadenza, gli imperialismi reagiscono pensando che la soluzione sia scatenare una guerra per rifarsi, e anche per vendere e provare armi». […]

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