Lo ricorda come un buon superiore – «lo fu solo per tre mesi, dopo il mio noviziato, quando fu mio rettore del Collegio San Miguel in Argentina» – e lo avverte ancora oggi come un parente autorevole capace sempre di infondere buoni e «bellissimi» consigli «che mi sono rimasti utili per tutta la vita». Descrive così il gesuita e patrologo José Luis Narvaja lo zio papa Francesco come un «uomo di Dio che vive soprattutto di preghiera e che ha sempre puntato più sulla forza dei gesti rispetto alle parole per andare al cuore del messaggio del Vangelo».

Sono queste le prime istantanee che affiorano dalla mente di questo religioso argentino – nato a Buenos Aires come Jorge Mario Bergoglio – nel rievocare l’illustre parente che proprio il 13 marzo di dieci anni fa veniva eletto Vescovo di Roma. Padre Narvaja è figlio una delle sorelle del Pontefice, Marta, e compirà 58 anni il prossimo 29 agosto. È un rinomato patrologo, esperto del pensiero di sant’Agostino e del teologo di origini tedesco-polacche Erich Przywara (1889-1972). […]

In questi anni padre José Luis si è cimentato in un lavoro monumentale: pubblicare (la cui compilazione è durata più di un anno e mezzo) in cinque volumi nel 2019 per la Civiltà Cattolica gli Escritos, gli Scritti di padre Miguel Ángel Fiorito (1916-2005) che fu il principale maestro di spiritualità ignaziana del futuro Pontefice argentino. E fu proprio il nipote il 13 dicembre del 2019, a presentare a Roma allo zio «Jorge Mario» quest’opera imponente. «Bergoglio non è mai stato un ripetitore pedissequo degli insegnamenti di Fiorito ma ha sempre introdotto anche in questo campo degli elementi di novità. Questo omaggio pubblico al suo “maestro di discernimento” è stato vissuto da papa Bergoglio come il giusto tributo a quanto padre Miguel Ángel ha fatto anche per la forza di argomentazione delle sue tesi sempre molto equilibrate sui vari aspetti del cattolicesimo post-conciliare in Argentina e di riflesso per tutta l’America Latina e per noi gesuiti». […]

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