«Ho sempre intravisto nel mio amico Bernardo l’irrequietudine di un uomo che si sentiva un privilegiato che proveniva dalla “Parma bene”. E che in fondo, nonostante i premi e gli attestati unanimi del mondo del cinema, ha percepito tutta la sua produzione artistica come qualcosa di imperfetto, di incompiuto, “irrisolto”. E la sua vita è molto simile a quell’immagine del “fico sterile” del Vangelo di Luca rispetto ai doni e talenti ricevuti…».

È il primo ricordo che affiora dalla mente del critico cinematografico de “La Civiltà Cattolica” il gesuita mantovano, classe 1937, Virgilio Fantuzzi. […]

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