La conversione di Fedor Dostoevskij (Mosca, 11 novembre 1821 – San Pietroburgo, 9 febbraio 1881) avvenne dopo la detenzione in Siberia e un grave lutto che lo colpì.

La si può riassumere in un “passaggio”: cioè quando l’intellettuale russo ha cominciato a pensare Gesù non più come incarnazione dell’uomo, ma come incarnazione di Dio. Solo allora, secondo Dostoevskij, la morte è realmente vinta e l’angoscia trasformata in gioia.

A spiegare questo “passaggio” è la collana “Accenti” de “La Civiltà Cattolica”, la rivista culturale dei gesuiti, che dedica un ampio approfondimento dal titolo “Dostoevskij”.

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