La conversazione con Marco Bellocchio comincia subito dal cuore del messaggio cristiano: l’amore verso Dio e verso il prossimo. E allora proviamo, ma solo provvisoriamente, a mettere tra parentesi il primo dei due amori e a sviluppare il secondo. Questo perché avevo sentito qualche giorno prima il regista di Bobbio affermare durante la presentazione del libro Una trama divina di padre Antonio Spadaro che «l’esperienza di amare il prossimo, addirittura di amare il nemico a me è quasi impossibile, sconosciuta. Se venisse qualcuno, se venisse a svelarmi come si fa, che questo amare il prossimo mio come me stesso è possibile, questo per me sarebbe una vera rivoluzione». È stato un momento intenso, che toccato il cuore di molte persone che gremivano la sala de «La Civiltà Cattolica». Alcuni tra i presenti l’hanno paragonata ad una confessione, altri ad una preghiera. A me è sembrato un appello che mi ha spinto a cercare l’artista e ad andarlo a trovare, senza nessuna pretesa di essere quel “qualcuno” capace di svelare, ma almeno di continuare la conversazione così, come due viandanti lungo il cammino della vita.

«Quella espressione, “amare il prossimo come me stesso” ce l’ho impressa nel cuore e nella memoria;» mi risponde con il suo modo di parlare semplice, sincero, disarmante e anche pieno di pause, come se cercasse insieme a te le parole giuste […]

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