[…] In una recente intervista al quindicinale dei gesuiti Civiltà Cattolica, l’ex arcivescovo di São Paulo ha detto che il sinodo “sta generando resistenze e malintesi. Alcuni se ne sentono in qualche modo minacciati, perché ritengono che non verranno rispettati i loro progetti e le loro ideologie. Soprattutto, direi, quei progetti di colonizzazione dell’Amazzonia animati a tutt’oggi da uno spirito di dominio e di rapina: venire a sfruttare, per poi andarsene con le valigie piene, lasciandosi dietro la degradazione e la povertà della gente del posto, che si ritrova immiserita e con il proprio territorio devastato e contaminato”. “La chiesa in Amazzonia – ha aggiunto – sa bene di dover essere profetica, non accomodante, perché la situazione è clamorosa e mostra una costante e persistente violazione dei diritti umani e una degradazione della casa comune. E, peggio ancora, questi crimini per lo più restano impuniti”. […]

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