Gli otto anni di pontificato di papa Francesco, che ricorrono domani, si possono analizzare in molti modi. Ma c’è un aspetto che è come un balcone panoramico affacciato sul suo magistero: le citazioni letterarie disseminate nei discorsi, nelle interviste e nei documenti. […] Fa notare il direttore de «La Civiltà Cattolica», il Papa «ama la letteratura e l’arte non come un mondo a parte, aulico, sostanzialmente borghese », ma «perché amplia la sua capacità di fare esperienza e gli permette di essere più vicino a chi ha effettivamente accanto, di comprenderlo meglio ». Pastore con l’odore delle pecore anche in questo caso. […] c’è una riflessione anche sul cardinale Borromeo nell’intervista ad Austen Ivereigh pubblicata su «La Civiltà cattolica » l’8 aprile 2020: «Il cardinale Federigo è un vero eroe di quella peste a Milano. In un capitolo, tuttavia, si dice che passava salutando la gente, ma chiuso nella lettiga, forse da dietro il finestrino, per proteggersi. Il popolo non ci era rimasto bene. Il popolo di Dio ha bisogno che il pastore gli stia accanto, che non si protegga troppo. Oggi il popolo di Dio ha bisogno di avere il pastore molto vicino».

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