Le rivolte che hanno infiammato il mondo arabo dalle primavere del 2011 costituiscono uno degli eventi storici più importanti degli ultimi tempi. I recenti eventi della «seconda rivolta egiziana» hanno segnato una battuta d’arresto significativa nel tentativo di coinvolgere l’islam moderato e conservatore nel processo di modernizzazione e democratizzazione. In questo studio si traccia la storia dell’islamismo radicale e dell’islamismo conservatore negli ultimi decenni, esaminando le ragioni del loro sviluppo e del loro successo tra gli strati più poveri della società, nonché le loro richieste e rivendicazioni politiche e ideologiche.
Particolare attenzione presteremo alla «ripresa», su scala globale, della cosiddetta rivoluzione jihadista, che ha portato all’affermarsi nel mondo islamico della figura del combattente del jihad, che va incontro alla morte nella «via di Dio». Le «azioni martirio» condotte dagli sciiti prendono di mira soltanto i nemici combattenti.
Le operazioni condotte dai sunniti, al contrario, in particolare dai membri di al-Qaeda, colpiscono indiscriminatamente senza risparmiare neppure i civili musulmani presenti sul luogo dell’azione. La lotta jihadista è ancora attiva negli scenari più caldi del pianeta, come in Siria, in Sudan, in Libia, in Pakistan e in Afghanistan.