
Padre Michał Heller (nato nel 1936) è un cosmologo polacco che, negli anni Sessanta, fu tra gli scienziati, filosofi e teologi che Karol Wojtyła, allora arcivescovo di Cracovia e futuro papa Giovanni Paolo II, invitava nella sua residenza per intrattenere conversazioni interdisciplinari. In seguito, Heller è divenuto un membro aggiunto dell’Osservatorio Vaticano. Ha da poco scritto un nuovo libro che mette al centro un altro scienziato polacco: Teoria względności Mikołaja Kopernika («La teoria della relatività di Niccolò Copernico»), pubblicato da Copernicus Center Press.
Questo volume collega due anniversari della nascita di Copernico, il 500° e il 550°, avvenuti rispettivamente nel 1973 e nel 2023. È una raccolta di scritti di Heller risalenti a quell’arco di mezzo secolo: gli articoli sono stati aggiornati; errori e carenze sono stati corretti; dove serviva è stato aggiunto nuovo materiale. Heller spiega che negli ultimi cinquant’anni Copernico è sempre stato presente nei suoi interessi, che vanno dalla filosofia della scienza alla teoria della relatività, dalla cosmologia relativistica alla storia dell’idea di relatività. Secondo lo studioso, mettere in combinazione la scienza e la sua storia arricchisce notevolmente entrambe le discipline. Del resto, al centro della teoria della relatività c’è proprio l’idea di un’unica struttura capace di mettere insieme tutte le cose; da qui il titolo del libro.
In un’intervista che ci ha rilasciato in vista di questo articolo, padre Heller ha affermato che «l’idea della relatività è una delle più importanti nella fisica moderna. Ha una lunga storia, che risale all’antichità. Nel suo evolversi, Copernico occupa un posto importante: è da lui che inizia la fase moderna di questa evoluzione». La relatività del tempo e dello spazio deriva dalla costanza della velocità della luce; questo fatto empirico non intuitivo ha costretto scienziati e filosofi a rivedere teorie che un tempo sembravano consolidate e granitiche.

Una seconda recente pubblicazione di padre Heller che riguarda temi copernicani è The Copernican Question in Theology: Must Theology Be Geocentric?, un intervento pubblicato in polacco e inglese negli atti del convegno «Fides et Ratio. Copernicus between faith and reason, yesterday and today», svoltosi il 7 novembre 2023 presso la Pontificia Università Giovanni Paolo II di Cracovia. L’articolo di Heller, che riprende concetti presenti nel libro, mostra come Gesù Cristo, pur essendo «il centro della storia umana», abbia anche «una “dimensione cosmica”. Egli è Dio non solo della Terra ma dell’Universo». Qui padre Heller sta ovviamente scrivendo a partire dal «pianeta Terra» su cui si trova, perché questa è la condizione di tutta l’umanità, incluso lui stesso. Esamina le implicazioni insite per la teologia nelle scoperte astronomiche compiute da Copernico a questa parte, fino al più recente conteggio degli esopianeti.
Sul sito della Specola Vaticana sono presenti link sia ai video di tutti gli interventi al convegno (incluso quello di padre Heller), sia a una copia digitale degli atti.
Padre Heller è membro dell’Osservatorio Vaticano da quasi cinquant’anni. «Sono diventato membro della Specola Vaticana esattamente nello stesso periodo (1978) in cui p. George Coyne S.I. ne è diventato il direttore. Quando è arrivato a Castel Gandolfo in quanto tale, mi trovavo lì su invito del mio amico p. Bill Stoeger S.I. Dopo qualche giorno, George mi ha offerto di entrare in pianta stabile, ma poiché non potevo accettare per vari motivi, mi ha proposto di diventare un membro aggiunto». Come gli astronomi residenti dell’Osservatorio, che sono tutti sacerdoti o fratelli (per lo più gesuiti), gli studiosi aggiunti hanno pieno accesso all’Osservatorio e alle sue strutture, incluso un appartamento dove possono soggiornare per lunghi periodi. Heller si rammarica che l’età e la salute ora non gli consentano di collaborare più direttamente con l’Osservatorio Vaticano.
Nel 2008 a padre Heller è stato conferito il Premio Templeton. Nel suo discorso di premiazione, ha affermato: «Mi chiedo sempre come le persone istruite possano essere così cieche da non vedere che la scienza non fa altro che esplorare la creazione di Dio…».