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A riveder le stelle

La curva di luce degli asteroidi e delle comete vicine alla Terra

Perché osserviamo i NEO?

Jean-Baptiste Kikwaya Eluo - Cristopher M. Graney

7 Marzo 2024

Un asteroide e la Terra.
(Pixabay/urikyo33)

Il gesuita Jean-Baptiste Kikwaya Eluo, astronomo della Specola Vaticana, studia i cosiddetti NEO (Near-Earth Objects), oggetti come asteroidi e comete la cui orbita li porta piuttosto vicino alla Terra. Più vicino di Venere, il pianeta la cui orbita è la meno lontana dalla Terra. La prossimità dei NEO al nostro pianeta, e quindi il possibile pericolo che costituiscono e la necessità di proteggere la Terra da questi oggetti, è ciò che spinge Padre Kikwaya Eluo a studiarli.

Di recente, Kikwaya Eluo e i suoi collaboratori hanno condotto campagne di osservazione che hanno portato alla lettura, alla “riduzione” e all’analisi di dati riguardanti più di 20 oggetti. I risultati relativi a quattro di questi oggetti, ad esempio, sono stati riportati nell’articolo “Lightcurves and Colors of Four Small Near-Earth Asteroids: 2020 BV14, 2023 HH3, 2023 HT3, 2023 KQ” di Kikwaya Eluo e C. W. Hergenrother, pubblicato nel Minor Planet Bulletin (volume 50, numero 4) alla fine del 2023.

Kikwaya Eluo e Hergenrother hanno osservato i quattro oggetti utilizzando il Vatican Advanced Technology Telescope (VATT), situato sul Monte Graham, in Arizona (USA). Hanno tracciato la “curva di luce” di ciascun oggetto. La curva di luce è la variazione periodica della luminosità apparente di un oggetto. Poiché esso ruota, diverse sue parti si rivolgono al Sole e alla Terra. L’oggetto, quindi, riflette differenti quantità di luce solare verso la Terra. La curva di luce del NEO 2023 KQ è mostrata qui di seguito. Queste variazioni rivelano che 2023 KQ compie una rotazione completa in 42 minuti (0.70 ore).

La curva di luce del NEO 2023 KQ.
La curva di luce del NEO 2023 KQ.

L’osservazione dei colori di un NEO ci consente di imparare qualcosa riguardo alla sua composizione. Kikwaya Eluo e Hergenrother hanno fatto passare la luce che il VATT ha raccolto da 2023 KQ attraverso vari filtri (noti come filtri B, V, R e I, che indicano le lunghezze d’onda della luce “blu”, “visibile”, “rossa” e “infrarossa”). Hanno esaminato le differenze tra i diversi filtri (B rispetto a V, V rispetto a R, ecc.), le hanno riportate in un grafico e hanno poi confrontato i risultati con quelli relativi ad altri tipi di asteroidi e con i risultati di laboratorio ottenuti esaminando dei meteoriti. I meteoriti sono forse i più vicini tra i NEO; sono materiali provenienti da oggetti nello spazio che sono entrati nell’atmosfera terrestre e hanno impattato sulla superficie terrestre. I risultati dell’analisi dei filtri suggeriscono che 2023 KQ appartiene agli oggetti di tipo S (silicei).

A sinistra, confronto tra gli asteroidi; a destra, confronto tra i meteoriti.
A sinistra, confronto tra gli asteroidi; a destra, confronto tra i meteoriti.

Anche gli oggetti che entrano nell’atmosfera terrestre fanno parte del lavoro di p. Jean-Baptiste Kikwaya Eluo. È coinvolto in un progetto che studia le meteore luminose, in collaborazione con l’osservatorio di Parigi. Le meteore sono comunemente note come “stelle cadenti”; gli astronomi chiamano le meteore particolarmente luminose “bolidi”. Il progetto che studia i bolidi usa una rete di telecamere per catturare su uno schermo questi oggetti. L’obiettivo è quello di conoscerne la traiettoria e la distribuzione dimensionale, e di trovare i meteoriti sulla superficie terrestre provenienti da quei corpi. Se si riescono a trovare i meteoriti di un determinato bolide, ciò consente di studiarli poi in laboratorio, stabilendo da quale specifico gruppo o “sciame meteorico” provengano; collegando le caratteristiche fisiche di questi oggetti agli sciami meteorici e, quindi, ai loro corpi progenitori (asteroidi o comete).

P. Kikwaya Eluo rileva la traiettoria anche di meteore più deboli, utilizzando le telecamere della Specola Vaticana. Le immagini catturate possono essere viste da chiunque visiti il sito della Specola Vaticana. L’obiettivo è quello di studiare le caratteristiche fisiche di queste debolissime “stelle cadenti”: si lavora per determinarne la densità, calcolarne l’orbita e individuare i tipi di corpi progenitori da cui provengono. Queste informazioni potrebbero essere utili nello studio della formazione e dell’evoluzione del sistema solare; si pensa che le “stelle cadenti” siano materiali residui dagli albori del sistema solare.

Naturalmente, il funzionamento continuo di numerose telecamere implica un’alta probabilità di guasti. Kikwaya Eluo deve provvedere a mantenerle in funzione. Un problema banale come un difetto nel commutatore che connette una telecamera a internet può interrompere il flusso dei dati. Fortunatamente, tra le capacità di p. Jean-Baptiste, c’è quella di risolvere questo genere di problemi!

A sinistra, p. Jean-Baptiste Kikwaya Eluo al Vatican Advanced Technology Telescope sul monte Graham in Arizona (USA); a destra, un gruppo di telecamere per meteoriti sul tetto.
A sinistra, p. Jean-Baptiste Kikwaya Eluo al Vatican Advanced Technology Telescope sul monte Graham in Arizona (USA); a destra, un gruppo di telecamere per meteoriti sul tetto.
La curva di luce degli asteroidi e delle comete vicine alla Terra

Jean-Baptiste Kikwaya Eluo, Cristopher M. Graney

Astronomo della Specola Vaticana.


7 Marzo 2024


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