Lasciatevi alle spalle i vincoli di un mondo limitato nel tempo e nello spazio. Guardate oltre la soglia del finito, verso qualcosa di affascinante e complesso che da sempre attrae noi esseri umani: il tempo e l’eternità. Nel 2022 studiosi di varie discipline si sono riuniti a Padova per alcuni giorni proprio a questo scopo. Il loro lavoro è ora raccolto in un libro, Eternity Between Space and Time: From Consciousness to the Cosmos, pubblicato da De Gruyter.
Questo volume – presentato il 6 settembre scorso a Roma, presso la Curia generalizia dei gesuiti a Borgo Santo Spirito – è stato curato dalla professoressa Ines Testoni (direttrice del master in «Death Studies & The End of Life», Università di Padova), dal dottor Fabio Scardigli (fisico teorico, dipartimento di Matematica del Politecnico di Milano e del Lorentz Institute for Theoretical Physics dell’Università di Leida); dal professor Andrea Toniolo (preside della Facoltà teologica del Triveneto); e dal dottor Gabriele Gionti, S.I. (cosmologo e vicedirettore della Specola Vaticana).
Il tema del tempo e dell’eternità possiede tali e tante ramificazioni da costituire un centro nevralgico nei percorsi di ricerca di diverse discipline. Gli studiosi del convegno padovano, pur con profonde differenze di linguaggi e metodi, hanno cercato di attuare un prezioso passaggio di fecondazione incrociata, di reciproco confronto e di produttiva contaminazione tra discipline. Il libro collettaneo rende conto dei risultati.
Vi compaiono le firme di 24 filosofi, teologi, fisici e psicologi di rilievo internazionale. Le loro riflessioni sono incentrate su temi fondamentali come limite e infinito, tempo ed eternità, spazio vuoto e spazio materiale. Il testo offre un prezioso contributo su alcune delle questioni più rilevanti della nostra epoca: quesiti filosofici, teologici e psicologici su Dio, eternità e coscienza vengono discussi ed esaminati insieme a prospettive che emergono dalla teoria quantistica, ai concetti di buco nero, universo inflazionario e Big Bang, e alla teoria delle stringhe. Arricchiscono la discussione punti di vista e angolazioni diverse, che vanno dalle neuroscienze all’intelligenza artificiale.
I quattro curatori hanno così commentato il risultato di questo impegno: «L’incontro tra diversi saperi è sempre fecondo. È da tali esperienze che possono prendere avvio i cosiddetti “cambi di paradigma”. L’importanza di questa fatica è sradicare ciò che viene dato per scontato e ovvio, perché proprio lì si annidano i pregiudizi che impediscono di vedere il nuovo, o meglio, il mondo sotto nuove prospettive».
Tra gli importanti studiosi che hanno dato il loro apporto a Eternity Between Space and Time ci sono due fisici detentori del Premio Nobel: Roger Penrose (2020, «per avere scoperto che la formazione dei buchi neri è una robusta previsione della teoria generale della relatività»); e Gerardus ‘t Hooft (1999, «per aver spiegato la struttura quantistica dell’interazione elettrodebole»). Inoltre nomi come quelli di Federico Faggin (pioniere dei microprocessori e destinatario della National Medal for Technology and Innovation, USA), Gabriele Veneziano (autore dei primi lavori sulla teoria delle stringhe), Massimo Cacciari, Giulio Goggi e Kurt Appel, probabilmente sono familiari ai lettori di La Civiltà Cattolica.
Tra le principali fonti d’ispirazione del libro c’è il pensiero del grande filosofo Emanuele Severino, al quale dobbiamo una visione dell’essere come eterno e immutabile. Sfidando le nozioni tradizionali di tempo e cambiamento, Severino ha arricchito il dialogo con la teologia e ha offerto nuove prospettive sull’eternità, la creazione, il rapporto tra fede e ragione e il problema del male. La sua opera costituisce anche un’opportunità, colta dal volume di cui parliamo, per una riflessione più profonda e articolata sui fondamenti dell’essere e della trascendenza. Tra gli spunti più essenziali dell’insegnamento di Severino c’è l’aver messo a tema una delle nostre paure più profonde: quella di scoprirci mortali, esposti a un totale annientamento. Comprendere che cosa significhi l’eternità, invece, ci consente di pensarla oltre il limite della morte. Pertanto, i curatori osservano anche: «Questo saggio esplicita ulteriormente i linguaggi che parlano di finitudine, considerando il concetto di eternità come il perno sul quale fare ruotare antiche e nuove definizioni dei rapporti tra niente e essere, fisica e metafisica, mortalità e immortalità».