Roma, 26 marzo 2020. Per il tempo della pandemia di coronavirus, sabato 28 marzo La Civiltà Cattolica avvia una nuova newsletter settimanale, «Abitare nella possibilità».
Il titolo riprende un verso della poetessa Emily Dickinson (I dwell in possibility). Oggi, chiusi in casa, viviamo nella possibilità di un futuro che non conosciamo. E cerchiamo parole che accompagnino il tempo che viviamo, ma che pure ci aiutino a immaginare il «dopo». Servono chiavi di lettura.
La Civiltà Cattolica intende accompagnare questi giorni di isolamento attraverso meditazioni che partono da libri, musica e film. Il curatore della newsletter è p. Claudio Zonta S.I., del Collegio degli scrittori della nostra rivista, e i redattori sono tutti gesuiti. Il motto è quello tanto caro a papa Francesco: Non coerceri a maximo sed contineri a minimo, divinum est, che si potrebbe tradurre come «Non essere costretti dallo spazio più grande, ma essere capaci di stare nello spazio più ristretto. Questo è divino». Un motto che ci sembra molto adatto al momento presente, nel quale molte persone sono confinate in spazi ridotti.
Il logo che abbiamo scelto rappresenta in maniera stilizzata una casa, spazio di «abitazione», ma oggi anche di «protezione» per il contenimento della pandemia. Al suo interno la testata e il marchio della rivista.
In questi giorni di crisi pandemica, sin dal fascicolo del 21 marzo, La Civiltà Cattolica pubblica tutti gli articoli, oltre che regolarmente su carta, anche in versione integrale e gratuita sul suo sito www.laciviltacattolica.it.
Abitare nella possibilità è la terza newsletter de La Civiltà Cattolica. Ricordiamo che esiste anche quella che accompagna l’uscita di ogni nuovo fascicolo, e 1850, una newsletter quindicinale che propone ai lettori de La Civiltà Cattolica il proprio modo di affrontare le grandi questioni del momento. Quest’ultima ha fatto il suo esordio il 9 gennaio 2020, anniversario del giorno in cui, appunto nel 1850, Pio IX chiese al Padre generale dei Gesuiti di fondare la rivista.
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In questi ultimi anni la rivista sta diffondendo il suo messaggio anche su tutte le principali reti sociali (Twitter, Facebook, Instagram, Telegram). Ha creato un’applicazione per i dispositivi mobili, ha reso i fascicoli disponibili anche per tutti gli e-reader, e ha introdotto l’audiolettura. La rivista si identifica con tutte le piattaforme nelle quali comunica il suo messaggio, creando conversazione viva in chi ci segue e ci legge.