fbpx

Seguici su:

Carrello Accedi Iscriviti alla newsletter
Menu

Attualità

  • Politica
  • Diritti
  • Economia
  • Ecologia
  • Mondo

Pontificato

  • Conversazioni
  • Magistero
  • Viaggi apostolici

Cultura e Società

  • Letteratura
  • Storia
  • Filosofia
  • Psicologia
  • Sociologia
  • Cinema
  • Arte
  • Musica
  • Media
  • Teatro

Scienza e Tecnologia

  • Fisica
  • Astronomia
  • Genetica
  • Intelligenza artificiale

Eventi

  • Conferenze
  • Presentazioni

Chiesa e Spiritualità

  • Bibbia
  • Dialogo interreligioso
  • Diritto canonico
  • Vita spirituale
  • Teologia
  • Santi
  • Patristica
  • Liturgia
  • Pastorale
  • Storie

Edizioni internazionali

RIVISTA CULTURALE DELLA COMPAGNIA DI GESÙ, FONDATA NEL 1850
Shop
Search
  • Attualità
  • Chiesa e spiritualità
  • Cultura e società
  • Scienza e tecnologia
  • Pontificato
  1. Homepage
  2. Attualità culturale
  3. The End
Attualità culturale

The End

Diretto da Joshua Oppenheimer. Danimarca, Germania, Irlanda, Italia, Svezia, USA, 2024.

Carla Di Donato

2 Ottobre 2025

Quaderno 4198

The End, di Joshua Oppenheimer.

The End, o il musical della fine del mondo, quindi film degli opposti – prima opera di finzione per il regista Joshua Oppenheimer –, è stato girato nel 2023 nelle miniere di salgemma Italkali in Sicilia, tra le più vaste d’Europa, in un set claustrofobico, da fantascienza, ed è proprio di questo che si tratta: è il racconto di una famiglia molto agiata che, per sopravvivere al disastro ambientale e a un conflitto che ha devastato la Terra, da vent’anni si è rifugiata in un bunker, in una miniera, dove ha portato una selezione di opere d’arte e ricchezze.

La storia è paradigmatica e universale; quindi, nessuno ha un nome (proprio); i personaggi di madre (Tilda Swinton), padre (Michael Shannon), amica (Bronagh Gallagher), maggiordomo (Tim McInnerny) e dottore (Lennie James) hanno tutti assaporato la vita all’esterno, mentre il più giovane, figlio (George MacKay), è cresciuto sottoterra, senza mai vedere altri esseri umani o la luce del sole. La loro routine prevede la contemplazione degli oggetti che sono riusciti a salvare, che però non fa che allargare sempre più l’enorme vuoto di figlio. Ma tutto cambia bruscamente, quando nel bunker arriva una persona dall’esterno: ragazza (Moses Ingram).

La fantascienza distopica è quindi inserita in un ambiente claustrofobico, reso sul grande schermo dall’ossimoro tra utilizzo della macchina da presa dinamico, come nel genere musical per assecondare le sequenze cantate e ballate, e uno più statico, quasi fisso, nelle altre scene.

L’ossimoro continua nella regolare ripetizione del salto tra temi drammatici, come la fine dell’umanità, la sopravvivenza in un ambiente deserto e sul punto di esplodere da un momento all’altro – un rumore di fondo costante che ci proietta verso un’estinzione ineluttabile – e l’esibizione della finzione propria del musical, con l’esplosione imprevista di canti e balli.

Lo spettatore è prigioniero in questa rete costruita da Oppenheimer che, a differenza dei tradizionali schemi di film apocalittici, si concentra non sugli eventi, ma sulle dinamiche interne tra i personaggi, come sospeso in un onirismo inquietante, che rende la visione elegantemente disturbante, seppur certamente originale. Infatti, l’eccellente cast, l’alta qualità stilistica dell’autore del lungometraggio data dalla ricercatezza compositiva e cromatica di ogni frame, arricchita dall’opulenza dei costumi di scena di Swinton (madre), dai quadri di Renoir o dai dolci consumati ogni giorno, tutte autentiche delizie non solo del palato, ma anche del gusto estetico e filmico, sono godibili pur nel permanente senso di orrore e vuoto inteso come «assenza dell’Umano in quanto persona e senso dell’Altro».

Questa costante convivenza degli opposti, unita alla continua divergenza tra balli, canti e dramma della fine dell’esistenza così come la conosciamo, risulta straniante, affascina e sconvolge come lampi di una tempesta distante, dall’altra parte del promontorio, quando un brivido sottile e un’attrazione latente ci attraversano. Difficile forse da reggere per l’intera lunghezza del film, che richiede un reale impegno da parte dello spettatore nell’accompagnarne il percorso e l’effetto-specchio che ne è il cuore.

La famiglia è tutto, come la parte finale del film ribadisce, ma ovunque, anche in situazioni estreme, l’homo sapiens conferma il suo naturale istinto di salvare sé stesso, annullando l’altro, cioè l’Umano: homo homini lupus.

Un film necessario? Per esserlo, dovrebbe essere oggetto di visione, non solo da parte di addetti ai lavori o critici. La sensazione è che, almeno al suo passaggio nelle sale, al di là delle proiezioni esclusive e masterclass, sia mancato proprio il suo specchio, il pubblico. Noi no. Confidiamo nella visione in streaming.

The End

Carla Di Donato

Dottore di ricerca in Teatro e Arti dello Spettacolo presso l’Université La Sorbonne Nouvelle/Paris III e Universitá Roma Tre


2 Ottobre 2025

Quaderno 4198

  • Anno 2025
  • Volume III

Commenta e condividi
Stampa l'articolo

Si parla di:

EsteticaFamigliaFantascienza

Libri

Vedi tutti
Sergio Catalano

Ierofanie contemporanee

di Valentina Cuccia
Arnoldo Mosca Mondadori

Poesie mistiche

di Ennio Ranaboldo
Manuel Augusto Ferreira

Modelli di missione

di Suor Clara Maria Fusciello
John J. Collins, Gina Hens-Piazza, Barbara E. Reid, Donald Senior (Edd.)

Commentario Biblico per il XXI secolo

di Roberto Timossi
Paolo Marino Cattorini

Perché il male

di Marco Testi
Carlo Manunza

La corruzione oltre il fatto economico

di Claudio Zonta
Domenico Amirante e Giuseppe Langella

Narrare l’Antropocene

di Giuseppe Antonio Valletta
Ferruccio Ceragioli e Carla Corbella

Riconoscere

di Betty Vettukallumpurathu Varghese
Massimo Teodori

Antitotalitari d’Italia

di Enrico Paventi
Paolo Dall’Oglio

Il mio testamento

di Federico Lombardi
Franco Giulio Brambilla – Marco Vergottini

Cristiani testimoni per la Chiesa di oggi e di domani

di Roberto Cutaia
Giovanni Allevi

I nove doni

di Betty Vettukallumpurathu Varghese
Anna Danesi

Un sogno d’oro

di Claudio Zonta
Paolo Dall’Oglio

Dialogo sempre con tutti

di Federico Lombardi
Jean De Saint-Cheron

Chi crede non è un borghese

di Vincenzo Ruggieri
A cura di Luca Ferracci

L’unità dei cristiani

di Paolo Gamberini

ABBONATI

Ogni mese la rivista cartacea e/o digitale su web e app con i nostri articoli su Società e politica, Teologia e spiritualità, Vita della Chiesa, Scienze Umane, Scienza e tecnologia, Arti e letteratura, in più la foto-notizia del mese e l’Attualità culturale.

Ogni settimana sulla tua email la Newsletter con i nostri articoli in anteprima, i nostri podcast, le news in tempo reale, le notizie dall’Osservatorio astronomico vaticano, il commento al Vangelo della domenica.

Scopri di più

Beatus Populus Cuius Dominus Deus Eius

La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs 70/2017 (ex L. 250/90). Importo lordo erogato per l’anno 2023: € 297.125,03

  • Attualità
  • Cultura e società
  • Scienza e tecnologia
  • Chiesa e spiritualità
  • Eventi
  • Pontificato
  • Chi siamo
  • Le edizioni internazionali
  • Abbonati
  • Dona
  • Biblioteca
  • Shop
  • Ricerca
  • Newsletter
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
  • Termini e Condizioni
  • Condizioni di vendita
  • Pubblicità
  • Contatti
  • FAQ
  • Accedi
Icona del Livello A di conformità alle linee guida 1.0 del W3C-WAI riguardanti l'accessibilità dei contenuti del Web

© LA CIVILTÀ CATTOLICA 2025 | Partita iva 00946771003 | Iscrizione R.O.C. 6608

I diritti delle immagini e dei testi sono riservati. È espressamente vietata la loro riproduzione con qualsiasi mezzo e l'adattamento totale o parziale.