
Il titolo completo dell’opera è The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes (Natsu e no Tonneru Sayonara no Deguchi), da poco uscito per la prima volta nei cinema italiani, grazie ad Anime Factory, società di distribuzione di film di animazione. Il film nasce dopo l’omonimo light novel di Mei Hachimoku e la sua trasposizione in manga.
Si tratta di una storia d’amore tra un ragazzo, Kaoru, e una ragazza, Hanashiro, attorno a uno strano antro chiamato «Tunnel di Urashima», capace di esaudire ogni desiderio. Come scoprono pian piano i due adolescenti, per ottenere ciò il prezzo è alto: innanzitutto, riguardo ciò che si è perduto; inoltre, il tempo scorre in maniera diversa all’interno della grotta, ogni secondo equivale a circa tre ore nel mondo esterno. Ne vale davvero la pena? Ciò che ho perso vale più di quanto perderei nel presente?
Solo per Kaoru la risposta è affermativa, bloccato com’è nel passato: dopo aver perso la sorella minore, tutta la sua vita si è trasformata in un inferno. In un giorno di pioggia, alla stazione, l’incontro casuale con Hanashiro stravolge la sua vita. Lei, che è invece proiettata al futuro, vuole diventare mangaka e, per farlo, il suo desiderio è di diventare speciale. Come Kaoru.
Il film usa tecniche di animazione miste, utilizzando la computer grafica per sottolineare lo spazio fuori tempo del tunnel, mentre la realtà esterna e i personaggi sono disegnati tradizionalmente. Ciò porta a sottolineare le differenze tra i due mondi. Le espressioni, a differenza dei colori, sono quasi annullate dalla pesantezza del reale. La relazione cresce ed è evidenziata da diversi elementi (le stagioni, la pioggia, gli aerei, scene parallele), mentre solo alla fine i volti mostrano le proprie emozioni. Non si può dire lo stesso dello spettatore, che entra sempre più nella vita dei due giovani, soprattutto di Kaoru, gustando dall’esterno (e comprendendo prima degli stessi protagonisti) che qualcosa sta cambiando in ciascuno di loro.
Un grande contributo lo dà la musica: non solo effetto di fondo o sottolineatura emotiva, ma anche testo che fa entrare maggiormente in empatia.
Siamo invitati quindi a guardare a noi stessi: come valutiamo il nostro presente? Per cosa sacrifichiamo il nostro tempo? Questo elemento così prezioso della nostra vita che ci può scivolare, come fa la pioggia, o bloccare, come fanno i cervi con i treni del film. Il tempo che ci interpella e ci chiede una risposta solo nel presente, dove sempre c’è chi ci aspetta.