La narcolessia è una «patologia neurologica che si caratterizza principalmente per eccessiva sonnolenza diurna, con attacchi di sonno improvvisi che si manifestano più volte nel corso della giornata». La canzone «Ad occhi chiusi», titolo che già contestualizza poeticamente il tema, vuole sensibilizzare a questa malattia, che inficia fortemente la qualità della vita di coloro che ne sono affetti.
È Alessio Mariani, in arte Murubutu, uno dei più celebri rapper e storyteller musicali, che scrive e canta confrontandosi con la narcolessia per la campagna di sensibilizzazione #CreateforSleep2022. Accompagnato dalla splendida voce, dalle venature jazz, di Elisa Aramonte, Murubutu racconta, con un testo ricco di sottigliezze letterarie ed espedienti retorici, la vita di Fabio, un giovane affetto da questa malattia.
La vita di ogni ragazzo inizia con la scuola, e non sempre si è capiti, soprattutto in un’età, quella giovanile, dove tanti sono i muri e le difficoltà: Fabio è a scuola ed ogni ora sembra una conquista / Sguardo stanco sopra il banco, chiude gli occhi e via / Dorme ancora un’altra ora e si appanna la vista / Pare esausto, un poco affranto: «Non è colpa mia».
Vediamo sempre solo una faccia della realtà, cogliamo solo ciò che ci appare, ci viene dato, ma quasi sempre l’essenziale dell’altro ci sfugge. Come decodificare un comportamento che appare differente? Appare la noia, il disinteresse, la svogliatezza, ma è questo il tutto di un ragazzo? Tutt’attorno il mondo mormora non valga niente / Un bimbo pigro, un individuo senza volontà / Chi lo guarda lo commisera fra scherzi e beffe.
E se la voce grave di Murubutu incalza nella narrazione, nella storia di Fabio, senza dare tregua all’ascoltatore, la voce cristallina di Elisa interviene nel ritornello, quasi un coro della tragedia greca, che permette un attimo di riflessione, di pensiero, attraverso alcune domande: Che farai se il mondo non sa che cos’è? Capirai?
La condizione di Fabio diviene uno iato esistenziale che spesso si tinge di abisso: l’esperienza quotidiana di non capirsi e non essere capiti a causa di una malattia. E se il sonno è ripresa delle forze per i più, per chi soffre di narcolessia diviene una prigionia. «Sono qua» è il grido di Fabio, che lotta contro la sua malattia che lo spinge in quella dimensione soporifera, che nega le emozioni, gli slanci di entusiasmo.
E proprio perché diviene una lunga lotta tra Davide contro Golia, la risposta è nella quotidianità degli sforzi compiuti contro un male di forze cupe, e alla domanda: Guarirai?, la risposta reale è: Non so, ma non vincerà lei.