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Abitare nella possibilità

«Domani si vive e si muore»

La poesia in musica di Michele L. Straniero

Christian Lefta

1 Giugno 2024

Quaderno 4175

La vicenda personale, ancor prima che poetica e musicale, di Michele Luciano Straniero (1936-2000) ha ispirato il lavoro discografico di Michele Gazich e Federico Sirianni intitolato Domani si vive e si muore (Block nota, 2023), che vede la regia preziosa del nipote Giovanni Straniero. A lui, infatti, si deve la scoperta fondamentale dei testi inediti che sono stati integralmente musicati da Gazich e Sirianni, e che costituiscono le otto tracce centrali dell’album. Il progetto musicale, incorniciato da due brani tributo – «Ho incontrato Michele Straniero» e «Danzacronaca» –, ha il merito di far conoscere, con originalità, l’intensa sensibilità e il tratto più introspettivo di quello che è stato l’autentico «padre nobile» della canzone d’autore italiana.

Nato a Milano, trasferitosi presto a Torino, Michele L. Straniero fu notato da Pasolini per alcune sue prove poetiche e lavorò come giornalista e autore Rai. Versatile musicologo e attento conoscitore delle tradizioni musicali popolari e regionali, egli è conosciuto per aver ideato nel 1957, con l’amico Sergio Liberovici, Cantacronache, una fucina culturale dalla quale sarebbe nato un modo nuovo di scrivere canzoni, più prossimo alla realtà civile e di cronaca quanto ai contenuti, e ispirato dalla convinzione formale che ormai era tempo di «evadere dall’evasione».

Domani si vive e si muore, come Gazich dichiara nell’introduzione, è un omaggio commosso al lato nascosto del cantautore («Another side of Michele L. Straniero»), il cui impianto musicale offre un precipitato di sensazioni e di riflessi intimi, talvolta malinconici, capaci di restituire un ritratto a tutto tondo del figlio, del professionista e dell’amico. Nelle 10 tracce, molte delle quali arricchite da collaborazioni strumentali e recitative, le voci e gli strumenti di Sirianni e di Gazich ci accompagnano nella conoscenza di precisi spaccati di vita personali e sociali di Straniero.

In «Danzacronaca», la ballata finale, che i due autori hanno immaginato come congedo, Michele non è solo: egli danza nella dimensione senza tempo della musica, in compagnia di coloro che, come lui e con lui, hanno fatto dell’esistenza, dell’arte e del pensiero un unico atto di libertà. L’epilogo infelice della sua avventura terrena rende ancora più luminosa la memoria, fatta di musica e parole, dell’uomo e del cantautore, perché l’amore è sempre il punto / in queste poesie, in questa intimità.

«Domani si vive e si muore»

Christian Lefta

1 Giugno 2024

Quaderno 4175

  • Anno 2024
  • Volume II

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