La copertina della prima edizione di "Caro Michele" di Natalia Ginzburg.
La copertina della prima edizione di Caro Michele.

Pubblicato nel 1973, 10 anni dopo Lessico famigliare, questo libro della Ginzburg è tra le opere più significative di quell’annata letteraria. Caro Michele è un romanzo dai personaggi dispersi, divisi dall’incomunicabilità e destinati alla solitudine, e la scelta del genere epistolare suona provocatoria e simbolica.

Apparentemente sembra un romanzo casalingo, pieno com’è di piccole storie, narrate con stile piano e dimesso; in realtà è una piccola descent aux enfers del nostro tempo. In questo inferno, generato dalle inquietudini di 50 anni fa ma ancora clamorosamente attuale, regnano la disgregazione familiare, l’incostanza degli affetti, l’ignoranza sui grandi problemi della vita, la banalità, la menzogna e lo sbandamento.

Come annotava p. Ferdinando Castelli su La Civiltà Cattolica nell’agosto di quello stesso anno, per scovare il suo piccolo inferno Natalia Ginzburg non è dovuta andare lontano: le è bastato osservare con un po’ di attenzione alcuni ambienti della borghesia romana.