fbpx

Seguici su:

Carrello Accedi Iscriviti alla newsletter
Menu

Attualità

  • Politica
  • Diritti
  • Economia
  • Ecologia
  • Mondo

Pontificato

  • Conversazioni
  • Magistero
  • Viaggi apostolici

Cultura e Società

  • Letteratura
  • Storia
  • Filosofia
  • Psicologia
  • Sociologia
  • Cinema
  • Arte
  • Musica
  • Media
  • Teatro

Scienza e Tecnologia

  • Fisica
  • Astronomia
  • Genetica
  • Intelligenza artificiale

Eventi

  • Conferenze
  • Presentazioni

Chiesa e Spiritualità

  • Bibbia
  • Dialogo interreligioso
  • Diritto canonico
  • Vita spirituale
  • Teologia
  • Santi
  • Patristica
  • Liturgia
  • Pastorale
  • Storie

Edizioni internazionali

RIVISTA CULTURALE DELLA COMPAGNIA DI GESÙ, FONDATA NEL 1850
Shop
Search
  • Attualità
  • Chiesa e spiritualità
  • Cultura e società
  • Scienza e tecnologia
  • Pontificato
  1. Homepage
  2. Attualità culturale
  3. Solo i miracoli hanno un senso stanotte in questa trincea
Attualità culturale

Solo i miracoli hanno un senso stanotte in questa trincea

Michele Gazich. Moonlight Records – Fonobisanzio, 2025.

Claudio Zonta

3 Aprile 2025

Quaderno 4192

Solo i miracoli hanno un senso stanotte in questa trincea, ultimo album del musicista Michele Gazich, è un arazzo poetico e musicale principalmente intessuto dal suo violino e dal violoncello di Giovanna Famulari, i cui fili, sottili e finissimi, evocano attimi di esistenza di Goethe, Chagall, Hölderlin, Beethoven, Wenders, De André…

Leggendo il libretto che accompagna il cd, scritto con accuratezza dallo stesso musicista, comprendiamo la complessità di questo suo ennesimo viaggio musicale, i cui testi e musiche raggiungono un ardito equilibrio, ottenuto per sottrazione, per radicalità ed essenzialità poetica e musicale. Si viaggia, per citare una celebre frase di De André, in «direzione ostinata e contraria», ossia andando contro tutto ciò che non ha sapore di profondità esistenziale, di sapore per la ricerca del vero, che non è ideologia, ma espressione di un’investigazione che comprende anche deragliamenti e cadute.

L’album inizia con la canzone «Perché Goethe è partito per l’oriente?», con un riferimento all’estate del 1814, quando il poeta tedesco, all’età di 65 anni, decide di intraprendere un viaggio in Renania, verso i luoghi della sua infanzia. In questo periodo egli scrive West–östlicher Divan, «densissimo canzoniere d’amore in cui i modi della poesia orientale vengono riproposti con la sensibilità di uno dei più grandi poeti dell’occidente. Goethe cambia tutto: bruciato dall’amore, fa a pezzi le strutture fino a quel momento certe della sua poesia e scrive un libro leggero e profondo insieme. Definiva queste poesie “Il gioco selvatico della polvere e del vento”» (libretto cd, p. 3).

Intriso di pensiero mistico è il brano «Alice nel paese di Chagall», che evoca il Museo Marc Chagall di Nizza, dove Gazich – come egli stesso afferma – ritorna per contemplare quelle tele in cui l’artista, ormai anziano, «coagula la ricerca di un’intera esistenza, mentre i colori si accendono nella pura luce del sole della costa azzurra appena filtrata da velari bianchi» (ivi, p. 7). La dolcezza dell’accompagnamento del pianoforte e le tenui note del violoncello fanno da flebile sostegno alla voce, quasi sussurrata, del cantato di Gazich.

«La resa» è emblematicamente il brano più lungo dell’album, con i suoi abbondanti sette minuti, quasi a significare che è una resa meditata, contemplata, alla quale non è facile concedersi. Il violino, che riprende il tema dell’andante del concerto per pianoforte e orchestra K 488 di Mozart, si erge in tutta la sua drammatica e vibrante forza, contrapponendosi alla gravità delle note del pianoforte. Il ritornello, che sboccia quasi inaspettato, esprime il senso della soavità prodotto dalla resa: Possa il vento del nord / trattenere il suo respiro / è così lento ad aprirsi un fiore / puoi arrenderti ancora / o per la prima volta. La resa di cui parla Gazich non è rinuncia, ma un atteggiamento di ribellione a sé stessi, al solipsistico essere fautori di sé stessi. Esiste l’imprevedibile, ciò che esce dalla logica ferrea, l’inatteso, che è portatore di esistenza e a cui è necessario arrendersi.

Cogliere questo inatteso e imprevedibile è forse il miracolo più significativo in un mondo che per le atrocità, ingiustizie e dolori appare totalmente disumano, come viene cantato nell’incipit dell’ultima canzone: Sputo, sputo, sputo fuori tutto / in questa trincea chiamata vita / chiamata circo, chiamata lacrime, chiamata madre. In questo mondo che è, come dice papa Francesco, un «ospedale da campo», è necessario credere che «solo i miracoli hanno un senso stanotte in questa trincea». Questo è il titolo e il ritornello corale dell’ultima canzone, che dà il titolo anche all’album, che risulta essere un ardito percorso letterario, poetico, musicale, e dunque profondamente umano. Alla fine dell’ascolto rimane così l’eco – quasi un mantra che scende nella profondità dell’anima – di questo semplice e stupendo ritornello, che è un segno di speranza e di ribellione nei confronti di tutto quel male che in questi tempi pare avere il sopravvento sulla vita.

Solo i miracoli hanno un senso stanotte in questa trincea

Claudio Zonta

Scrittore de La Civiltà Cattolica.


3 Aprile 2025

Quaderno 4192

  • Anno 2025
  • Volume I

Commenta e condividi
Stampa l'articolo

Si parla di:

StoriaStoria d'ItaliaVita religiosa

Libri

Vedi tutti
Kaveh Akbar

Il miracolo

di Christian Lefta
Silvia Camporesi – Andrea De Santis

Fotografare

di Betty Vettukallumpurathu Varghese
Paolo Gulisano

Giubileo. Origini e storia di un evento che avvicina l’uomo a Dio

di Samuele Pinna
A Cura Di Domenico Santangelo

La teologia sociale al servizio dell’evangelizzazione della società

di Domenico Degiorgis
Edoardo Albinati

I figli dell’istante

di Enrico Paventi
James M. Buchanan

Perché dobbiamo lavorare di più e risparmiare di più

di Filippo Cucuccio
Erik Varden

Castità. La riconciliazione dei sensi

di Bruno Esposito
Guido Milanese

Le ragioni del latino

di Francesco Pistoia
Samantha Harvey

Orbital

di Diego Mattei
Giulio Michelini

Ester, la stella del terzo giorno

di Dionisio Candido
Enrico Cattaneo

Atanasio d’Alessandria

di Federico Lombardi
Enrico Cattaneo

Parresia e Teologia

di Federico Lombardi
A cura di Giovanni Emidio Palaia

Giubileo. Immagini e segni

di Sabina Caligiani
Roberto Giovanni Timossi

L’Ineffabile

di Maurizio Schoepflin
Sergio Luzzatto

Primo Levi e i suoi compagni

di Enrico Paventi
Donata Horak, Valentina Rotondi, Linda Pocher

Il potere e la vita

di Pamela Salvatori

ABBONATI

Ogni mese la rivista cartacea e/o digitale su web e app con i nostri articoli su Società e politica, Teologia e spiritualità, Vita della Chiesa, Scienze Umane, Scienza e tecnologia, Arti e letteratura, in più la foto-notizia del mese e l’Attualità culturale.

Ogni settimana sulla tua email la Newsletter con i nostri articoli in anteprima, i nostri podcast, le news in tempo reale, le notizie dall’Osservatorio astronomico vaticano, il commento al Vangelo della domenica.

Scopri di più

Beatus Populus Cuius Dominus Deus Eius

La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs 70/2017 (ex L. 250/90). Importo lordo erogato per l’anno 2023: € 297.125,03

  • Attualità
  • Cultura e società
  • Scienza e tecnologia
  • Chiesa e spiritualità
  • Eventi
  • Pontificato
  • Chi siamo
  • Le edizioni internazionali
  • Abbonati
  • Dona
  • Biblioteca
  • Shop
  • Ricerca
  • Newsletter
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
  • Termini e Condizioni
  • Condizioni di vendita
  • Pubblicità
  • Contatti
  • FAQ
  • Accedi
Icona del Livello A di conformità alle linee guida 1.0 del W3C-WAI riguardanti l'accessibilità dei contenuti del Web

© LA CIVILTÀ CATTOLICA 2025 | Partita iva 00946771003 | Iscrizione R.O.C. 6608

I diritti delle immagini e dei testi sono riservati. È espressamente vietata la loro riproduzione con qualsiasi mezzo e l'adattamento totale o parziale.