
La vita segreta delle città (Django Music / Glory Hole Records, 2025) è l’ultimo lavoro discografico di Alessio Mariani (in arte Murubutu), nato a Reggio Emilia nel 1975, insegnante di storia e filosofia al liceo e cantautore in versi per rap e hip-hop. Nei suoi testi, che sono veri e propri storytelling, ossia narrative ampie e complesse, impreziosite da figure retoriche, rime ricercate, sonorità eleganti, spesso si raccontano episodi celebri della storia, come ne «La notte di San Bartolomeo», sul massacro degli Ugonotti, compiuto nella notte tra il 23 e il 24 agosto 1572; o di filosofia, come in «Daimon», che riprende il mito platonico di Er; o di letteratura, come in «Ulisse», riscrittura dell’episodio di Ulisse della Commedia di Dante, solo per citare alcune delle sue più celebri canzoni.
Ora Murubutu si presenta al pubblico con un concept album che ha come filo conduttore le città: «La città è un libro di pietra su cui scivola la storia, ma mi piace immaginarla anche come un organismo vivente e senziente, capace di concertare il destino degli uomini. Ho voluto raccontarla dalla prospettiva di un flâneur, un osservatore che si perde tra le sue strade per coglierne l’essenza e indagare le dimensioni più nascoste» (www.bigtimeweb.it/murubutu-la-vita-segreta-delle-citta).
Le città cantate vanno da Parigi («Flaneur») a Berlino («La città degli angeli»), evocando anche il film Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders; da New York («Il deserto a NYC») a Dublino («Nora e James»), in cui si allude alla relazione sentimentale tra Nora Barnacle e James Joyce, per risalire nel tempo fino alla caduta di Bisanzio nel 1453 a opera dei Turchi che posero fine all’Impero bizantino («La caduta di Costantinopoli»).
Le città, nelle canzoni di Murubutu, divengono soprattutto luoghi esistenziali, di incontri, di addii, di sguardi e di riflessione, come mostra anche il brano «La vita segreta», cantato insieme a Erica Mou, raffinata cantautrice pugliese. Nel brano, due vite si inseguono nello spazio e nel tempo: Ti volevo parlare ancora una volta, come anni fa / Anche se cambi il nome e il dove / Ti volevo guardare per ritornare alla nostra città / Fatta di due persone. Dalla moltitudine Murubutu coglie soprattutto l’essenza della vita umana, ossia l’aspetto relazionale: Due anime in corsa lungo i nuovi millenni / Due anime in forse che continuano a attendersi.
In «Minuscola» egli canta la storia vera di Yaguine Koita e Fodè Tounkara, due giovani che fuggono dalla Guinea nel luglio del 1999, nascondendosi all’interno di un carrello di un aereo partito da Conakry verso Bruxelles. Essi furono ritrovati morti assiderati, con in tasca una commovente lettera indirizzata ai membri dell’Europa. Nella canzone, Murubutu si fissa non soltanto sul dramma del viaggio, ma soprattutto sui loro sogni, che sono i desideri di tutti i giovani, indipendentemente da dove provengano: Tu senti l’aria che canta, danza sopra ogni ala / Mentre sale su rapida (Sale su rapida) / Non vedo l’ora che arrivi, plani sulle colline […] / Se-se va bene vedremo cento e più biblioteche, mille città europee (Ehi, ehi) / E finalmente vedremo Praga, Londra e Parigi.
Le biblioteche, vere e proprie città di cultura e di sapere, sono anche le protagoniste della canzone «451», che rilegge il romanzo distopico Fahrenheit 451 di Ray Bradbury. Con un ritmo incessante e un’atmosfera cupa e meccanica, si immagina una città in cui tutti i libri vengono messi al rogo, con il conseguente rischio di annullamento del pensiero e della riflessione umana: Ma ogni uomo è un libro, ogni libro è una domanda. / È la mente del mondo che spaventa chi comanda (E già). / E ogni libro è un uomo fatto di sangue e passione. / Ogni dubbio è una scintilla per la rivoluzione. / Sono io Catullo, sono io Catone. / Siamo William Shakespeare e Francesco Bacone. / Siamo Platone contro il loro (Seh) plotone di esecuzione.
In «La vita segreta delle città» Murubutu crea delle geografie esistenziali e mostra come sia possibile fare cultura attraverso il rap e l’hip-hop; i suoi testi complessi, arditi lessicalmente e densi di riferimenti letterari, poetici e filosofici, sono veicolati da una musicalità moderna, capace di interagire profondamente con l’universo giovanile.