
Gli spazi interni ed esterni della Serpentine Gallery di Londra ospitano un’ampia retrospettiva dedicata alle creazioni dell’artista piemontese Giuseppe Penone (1947 -), figura di spicco della corrente dell’arte povera, intitolata Thoughts in the Roots. L’esposizione, a cura di Claude Adjil, Hans Ulrich Obrist e Alexa Chow, presenta una serie di opere realizzate da Penone in oltre cinquant’anni di attività, a partire dai primi lavori del 1969 fino ai più recenti.
Le sue opere sono profondamente influenzate dai paesaggi boschivi della sua nativa Italia settentrionale, e la sua esplorazione, durata tutta la vita, del rapporto tra uomo e natura è al centro dell’esposizione londinese. La mostra mette in luce l’approccio innovativo dell’artista ai materiali, che incorpora legno, ferro, cera, bronzo, terracotta, marmo e gesso per rivelare i ritmi e le strutture nascoste del mondo naturale. La mostra include anche tre monumentali sculture da esterno, fuse in bronzo, posizionate attorno alla Serpentine South, consentendo ai visitatori di sperimentare la sinergia tra lo spazio della galleria e il parco circostante. Queste sculture sottolineano il motivo ricorrente degli alberi nell’opera di Penone, consentendo un dialogo tra l’ambiente artistico e quello naturale.
Thoughts in the Roots ripercorre l’attività dell’artista, mescolando arte e materia vivente, in un rapporto profondo tra sculture e ambiente. I due percorsi – all’esterno nel parco e all’interno della galleria – diventano due giardini integrati, e il visitatore scopre un’opera organica, dove la natura diventa coautrice della creazione artistica.
Il magico scenario di Hyde Park, nel cuore di Londra, diventa un museo a cielo aperto, dove le sculture monumentali interagiscono con il paesaggio, i tronchi, le radici, creando un’esperienza immersiva e sensoriale. Il dialogo con le energie vitali dell’ambiente e del tempo, elementi fondanti della poetica di Penone, emerge nelle opere monumentali installate nei giardini reali, come Albero folgorato, una fusione in bronzo di un salice colpito da un fulmine e le cui ferite sono impreziosite da oro, e Idee di pietra, dove massi di fiume si posano sulle biforcazioni arboree, suggerendo un equilibrio fragile tra forze naturali e azione umana.
Alla Serpentine Gallery i visitatori scoprono sculture in bronzo, legno e pietra, in cui ogni materiale diventa vettore di memoria e trasformazione. Opere iconiche che esprimono stupore verso la materia, sviluppando un intimo rapporto tra l’essere umano e la natura, come nell’opera Respirare l’ombra, un’installazione in cui foglie di alloro rivestono le pareti, o in Soffio di foglie, in cui l’impronta del corpo dell’artista resta impressa su un accumulo di foglie di bosso. Tra le opere più emblematiche in esposizione, troviamo anche A occhi chiusi, che richiama le ricerche di Penone sulla percezione.
Questo rapporto tra natura e corpo si traduce in Gesti vegetali, una serie di sculture in bronzo che evocano il movimento umano e vegetale, sviluppato a partire dagli anni Ottanta. I primi esperimenti di Penone con il legno, come la serie Alberi (1969), sono qui ripresi in Alberi libro, una scultura composta da 12 giovani alberi incisi, che invita a leggere la crescita dell’albero come una scrittura organica. L’artista ha spesso sottolineato come ogni tronco conservi la memoria del tempo, un archivio vivente di stagioni e paesaggi.
Thoughts in the Roots non è solo una mostra: è un invito a vivere il mondo naturale in modo diverso, a comprendere l’arte come un’estensione del vivente. Sfumando i confini tra opera, paesaggio e osservatore, Penone ci ricorda che anche la natura è scultrice.