Brandee Younger, arpista eclettica e sperimentale, pubblica il nuovo album Gadabout Season. Nata nel 1983 a Hempstead, New York, ha iniziato a suonare l’arpa a 11 anni. Ha conseguito la laurea in Arpa e successivamente ha frequentato un master in Musica presso la New York University (NYU) Steinhardt. Sin da giovane ha collaborato con grandi artisti, esplorando così generi musicali molto differenti: Ravi Coltrane, figlio del sassofonista John Coltrane; Pharoah Sanders; John Legend; la rapper Lauryn Hill. Nel 2019 la composizione originale di Younger «Hortense» è stata inserita nel documentario-concerto Homecoming della cantante Beyoncé per la piattaforma Netflix, mentre il brano «Beautiful is Black» dell’album Somewhere Different, del 2021, le è valso una nomination ai Grammy Awards nella categoria «Migliore composizione strumentale», rendendola la prima artista solista di colore a raggiungere questo traguardo.
Gadabout Season, il suo nuovo progetto musicale, risulta fortemente intimista e riflessivo, attraversando sonorità classiche, jazz, R&B e hip-hop. La frase con cui viene definito sul sito web della cantante è: «Gadabout Season è più di un album: è una narrazione che rimane aperta degli alti e bassi della vita». Il tutto viene da un episodio semplice, quasi banale: la musicista riceve una e-mail con la parola del giorno, che è gadabout; il termine indica una persona vagabonda, spensierata, alla ricerca del piacere e che cerca il divertimento in ogni circostanza. Ma Younger non lo legge in una chiave superficiale, come lei stessa ha affermato in un’intervista al New York Times: «Cosa pensi che Alice stesse cercando di fare quando John è morto? Trovare la gioia. La gioia non significa andare in giro per le strade comportandosi da sciocchi, significa cercare la gioia anche nei momenti difficili» (https://tinyurl.com/2v8cex5n), riferendosi alla forza interiore che Alice Coltrane, arpista anche lei, ha avuto dopo la morte, a soli 30 anni, del marito, celebre jazzista, che l’ha lasciata con quattro figli a carico. Gadabout Season è suonato con l’arpa di quest’ultima – una Lyon & Healy Style 11 – e, oltre alla presenza di Allan Mednard alla batteria, ospita altri musicisti quali Shabaka, Courtney Bryan, Niia, Josh Johnson, Joel Ross e Makaya McCraven.
L’apertura è affidata al brano «Reckoning», una ouverture con suoni bassi creati dall’elettronica, su cui si innestano sonorità di elementi naturali, che apparentemente sono quasi agli antipodi, mentre l’arpa crea atmosfere sempre più avvolgenti ed elettroniche con una cascata di arpeggi e di note, per concludersi con un tempo di tranquillità e meditazione. La seconda traccia, «End Means», inizia con il solo del flauto traverso suonato da Shabaka Hutchings; intenso è il dialogo tra arpa e flauto, che si incrociano, si sfiorano, creando un intreccio musicale profondo ed estatico, per poi concludersi abbandonandosi. Un’altra traccia molto interessante è «BBL», in cui il suono del basso elettrico e della batteria creano ritmiche afro-beat, sulle quali si inserisce l’arpa con uno stile improvvisativo di carattere espressionistico, capace di creare spazi sonori riflessivi e ampi.
Tutto l’album è un arazzo sonoro, che porta il ritmo del jazz, quel groove tipico della musica afro, insieme a momenti in cui la musica si apre, si distende, quasi un’onda che dolcemente bagna le rive della costa. Il tutto è pervaso da un sentimento di serenità, di felicità, come afferma la stessa musicista: «Sto cercando di comunicare la gioia trasmettendo molte emozioni senza usare le parole» (https://tinyurl.com/5amb3f43). Dunque, un’arpa che sorride, che si apre al mondo con uno spirito di letizia spirituale e artistica.