
La diaspora africana è un fenomeno vario e complesso, che va oltre i semplici movimenti migratori e riflette una storia segnata da scambi culturali e lotte identitarie. In tutto il mondo, gli africani e i loro discendenti hanno contribuito a modellare le società, spesso in contesti difficili, dimostrando resilienza e capacità di innovazione.
Questa definizione esclude i discendenti della tratta degli schiavi e si concentra sugli africani che hanno lasciato la propria terra natale volontariamente o sotto costrizione. La diaspora africana comprende quindi le comunità dell’Africa subsahariana stabilitesi in Europa, in Nordamerica, in Asia, alle Antille e ai Caraibi. Questi gruppi svolgono un ruolo fondamentale nella diversità e nelle dinamiche socioculturali dei Paesi di accoglienza. Inoltre, la definizione include gli africani stabilitisi altrove in Africa, al di fuori del proprio Paese di origine, mettendo in luce una migrazione che continua a influenzare il mondo contemporaneo.
Itinerario
A partire dalle dichiarazioni di indipendenza degli anni Sessanta, l’emigrazione degli africani verso l’Europa e il Nordamerica si è intensificata. Inizialmente percepita come un freno allo sviluppo del Continente, è stata progressivamente vista sotto una luce più positiva. Infatti, le comunità africane della diaspora si sono rivelate attori chiave nello sviluppo locale, contribuendovi attraverso trasferimenti finanziari, investimenti e condivisione di competenze. In un mondo segnato dalla globalizzazione e dalla mobilità transnazionale, queste partnership svolgono un ruolo strategico, specialmente nei rapporti Nord-Sud e nella promozione della solidarietà internazionale. In generale, queste interazioni si articolano intorno a tre ambiti principali: lo sviluppo locale, il mondo degli affari e la scienza. Dovendo far fronte a condizioni di vita precarie o animati da aspirazioni personali e collettive, numerosi africani lasciano il proprio Paese alla ricerca di prospettive migliori, spesso idealizzate.
“La diaspora africana è un fenomeno complesso e riflette una storia segnata da scambi culturali e lotte identitarie.
A partire dagli anni Settanta del secolo scorso[1], l’Africa ha assistito a un notevole esodo di talenti, caratterizzato dalla partenza di professionisti qualificati verso l’Europa e il Nordamerica in cerca di riconoscimento e migliori opportunità. Anche la crisi economica degli anni Ottanta, aggravata dai programmi di aggiustamento strutturale imposti dalla Banca Mondiale e dal Fmi, ha spinto numerosi imprenditori a emigrare. I decenni successivi sono stati segnati da nuove ondate migratorie dovute a fattori ecologici, politici ed economici, mentre i flussi migratori dall’Africa al Nordamerica sono cresciuti.
Sin dalla fine del XX secolo, l’emigrazione africana si è imposta come fenomeno globale, portando alla dispersione,
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