
Nella Chiesa cattolica la tradizione del Giubileo risale al 22 febbraio 1300, data in cui papa Bonifacio VIII pubblicò la bolla Antiquorum habet fida relatio, con la quale promosse il pellegrinaggio a Roma in segno di penitenza[1]. Da allora si è cominciato a celebrare periodicamente un Anno giubilare, attualmente ogni 25 anni, ferma restando l’esistenza degli Anni giubilari straordinari, come quello del 1983 indetto da Giovanni Paolo II, a 1950 anni dalla morte e risurrezione di Cristo, e quello del 2015, «il Giubileo della Misericordia», proclamato da papa Francesco.
Con la bolla Spes non confundit papa Francesco ha indetto il Giubileo ordinario dell’anno 2025[2]. In essa ci invitava a costruire la pace e ad aprirci alla vita. Inoltre, esortava le nazioni più ricche a condonare i debiti dei Paesi poveri e a riconoscere la propria responsabilità ecologica nei confronti di essi. Ci spronava a intraprendere un autentico cammino di conversione e di rinnovamento sociale. A tale scopo, è opportuno comprendere che cosa comportava la celebrazione del Giubileo in Israele, quale ne fosse il progetto e quale grado di attuazione possa e debba avere oggi. In questo articolo ci proponiamo di affrontare tali questioni.
Dall’esperienza dell’esodo nacque un progetto sociale
La confessione del popolo ebreo: «Il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente» (Dt 6,21) attraversa tutto l’Antico Testamento. Essa costituisce il nucleo della fede di Israele, che riconosce l’esistenza di un Dio liberatore, il quale lo ha sottratto alla schiavitù e lo ha costituito come popolo di sua proprietà, fatto di persone uguali tra loro e davanti a lui.
A partire da questo disegno divino, gli israeliti introdussero profondi cambiamenti nella società tradizionale cananea, affinché tutte le famiglie e i clan potessero accedere in modo equo alle risorse fondamentali e ai mezzi di sussistenza (cfr Gs 13–21). Per garantire tale condizione, si avvertì presto la necessità di creare istituzioni capaci di rimuovere le ingiustizie, ristabilire l’uguaglianza e conservare l’unità scaturita dall’esperienza dell’esodo. Nacquero così l’Anno sabbatico e l’Anno giubilare[3].
L’Anno sabbatico è un’istituzione propria di Israele. Secondo gli antichi codici giuridici, andava celebrato ogni sette anni[4]. Questo settennio si ispirava alla settimana: come ogni sette giorni c’è un giorno di riposo, il sabato, così pure ogni sette anni c’è un anno di riposo, l’Anno sabbatico. Durante questa celebrazione si prescrivevano il riposo della terra, la liberazione degli schiavi e la remissione dei debiti. Era un eccellente
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