Il mondo online, con la sua varietà, le sue opportunità e le sue sfide, è divenuto una matrice culturale per l’impegno della Chiesa nel mondo. La presenza ecclesiale nella cultura digitale è iniziata anni fa ed è rimasta un’impresa guidata soprattutto da singoli e da giovani, anche se, a partire da papa Benedetto XVI, la Santa Sede ha cominciato a utilizzare alcune piattaforme social e a creare siti web rivolti soprattutto ai giovani. Da questo complessivo impegno digitale della Chiesa traspare ciò che il card. Avery Dulles definiva un modello ecclesiale comunitario incentrato sul popolo di Dio[1]. Il fenomeno della presenza digitale ecclesiale si è sviluppato in gran parte come iniziativa dal basso, guidata da individui che utilizzano i propri account social e che di solito si autodefiniscono «missionari digitali».
Il Sinodo sulla sinodalità ha riconosciuto l’importanza della realtà digitale. Nella Relazione di sintesi della prima sessione si legge: «La cultura digitale rappresenta un cambiamento fondamentale nel modo in cui concepiamo la realtà e ci relazioniamo con noi stessi, tra di noi, con l’ambiente che ci circonda e anche con Dio. […] La cultura digitale, quindi, non è tanto un’area distinta della missione, quanto una dimensione cruciale della testimonianza della Chiesa nella cultura contemporanea»[2]. Il Documento finale del Sinodo ha sviluppato questa idea, chiamando all’azione una Chiesa sinodale: «La diffusione della cultura digitale, particolarmente evidente tra i giovani, sta cambiando profondamente la percezione dello spazio e del tempo, influenzando le attività quotidiane, le comunicazioni e le relazioni interpersonali, inclusa la fede», offrendo allo stesso tempo nuove opportunità e possibili rischi. Il Sinodo sollecita la Chiesa a «dedicare risorse perché l’ambiente digitale sia un luogo profetico di missione e di annuncio», e spinge le Chiese locali a incoraggiare e accompagnare «coloro che sono impegnati nella missione nell’ambiente digitale». Inoltre, invita «le comunità e i gruppi digitali cristiani, in particolare di giovani, […] a riflettere sul modo in cui creano legami di appartenenza, promuovono l’incontro e il dialogo, offrono formazione tra pari, sviluppando una modalità sinodale di essere Chiesa». In effetti, il mondo digitale offre una via «per vivere meglio la dimensione sinodale della Chiesa»[3]. La partecipazione alla cultura digitale di oggi riguarda tutta la Chiesa e richiede l’impegno di tutto il corpo ecclesiale.
Questo articolo considera la partecipazione ecclesiale alla cultura digitale sotto due aspetti: il resoconto del Giubileo dei missionari digitali e degli influencer cattolici dello
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