
Il 31 gennaio 2020, a Londra, nelle vicinanze del Parlamento britannico, accanto alla statua di Winston Churchill hanno avuto luogo due manifestazioni contrapposte: in una si esultava e si sventolava la bandiera nazionale, la Union Flag; nell’altra, più mesta, alcuni esibivano il vessillo dell’Unione europea (Ue). Due reazioni opposte di fronte allo stesso evento: proprio alle ore 23 di quel giorno – mezzanotte a Bruxelles –, il Regno Unito (RU) lasciava, dopo quasi cinquant’anni, l’Ue.
Avendo vinto il referendum del giugno 2016 con il 51,89% dei voti a favore, i sostenitori della Brexit celebravano il fatto di aver ripreso il controllo delle proprie frontiere, delle proprie leggi e della propria economia. I sostenitori della permanenza nell’Ue, invece, avendo perso con il 48,11% dei voti, si sentivano scoraggiati e prevedevano un isolamento e un indebolimento del proprio Paese.
Da quando le Isole britanniche hanno deciso di separarsi dai vicini continentali, si è avviato un processo di cambiamenti. Come valutano oggi i britannici quella decisione? Cinque anni dopo il leave, la percentuale di britannici che ritiene che sia stato giusto abbandonare l’Ue è al suo punto più basso dal referendum del 2016: è solo del 30%! I sostenitori della Brexit ora sono una minoranza. Inoltre, tre britannici su quattro che nel 2016 erano troppo giovani per votare, oggi ritengono che la Brexit sia stata una decisione sbagliata[1].
Quali ripercussioni economiche, sociali e politiche si stanno vivendo? Quale futuro si prevede? Riuscirà il Regno Unito (RU), governato dal Partito laburista dal luglio 2024, a invertire il proprio declino economico? In un mondo così cambiato, con Donald Trump di nuovo alla Casa Bianca, quale ruolo geopolitico potrà svolgere il Regno Unito? È ciò che cercheremo di analizzare in questo articolo.
La Brexit ha ridotto le esportazioni meno di quanto si temesse
Il RU ha avviato una nuova relazione commerciale con l’Ue nel bel mezzo della pandemia, seguita rapidamente dalla crisi energetica europea, causata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Questi tre eventi hanno provocato scossoni al sistema commerciale mondiale, con impatti difficili da individuare. L’Accordo bilaterale di commercio e cooperazione tra l’Ue e il RU è entrato in vigore solo nel gennaio 2021[2]. Esso ha introdotto controlli burocratici e controlli alle frontiere, creando un’intera rete di barriere tra il RU e il suo più vicino e importante partner commerciale, responsabile di oltre la metà del suo import-export, e ha comportato un aumento dei costi fissi
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