
Il 3 giugno 2025 il candidato del partito liberale Lee Jae-myung è stato eletto presidente della Corea del Sud in un’elezione lampo, scatenata dall’improvviso decreto di legge marziale del suo predecessore, il presidente conservatore Yoon Suk-yeol, dal suo impeachment e dalla sua rimozione dall’incarico. La vittoria di Lee è stata decisiva: egli ha ottenuto il 49,42% dei voti contro il 41,15% del suo rivale conservatore Kim Moon-soo[1].
La crisi era iniziata esattamente sei mesi prima, quando, alle 22,25 del 3 dicembre 2024, il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol aveva annunciato in diretta televisiva la dichiarazione della legge marziale, giustificandola con minacce alla sicurezza nazionale da parte della Corea del Nord. Tuttavia questa misura drastica, che sembrava appartenere a un passato superato dopo il ripristino della democrazia nel 1987, non è durata a lungo. La risposta della popolazione e delle istituzioni non si è fatta attendere: migliaia di cittadini si sono precipitati verso l’Assemblea nazionale, per impedire che le truppe, in seguito alla legge marziale, prendessero il controllo dell’edificio. Alcuni hanno persino aiutato i parlamentari a scavalcare i muri per aggirare i blocchi della polizia. In un colpo di scena, i deputati dell’opposizione, insieme ad alcuni membri del Partito del potere del popolo (Ppp), forza politica del presidente, hanno votato per annullare il decreto di legge marziale. Alle 4,30 del mattino successivo, Yoon non ha avuto altra scelta che conformarsi a questa decisione. Di seguito, sono state avviate le procedure di impeachment nei suoi confronti e, al secondo tentativo, il 14 dicembre, l’Assemblea ha approvato la messa in stato d’accusa del presidente con 204 voti favorevoli.
In seguito, il 4 aprile 2025, la Corte costituzionale ha ufficialmente rimosso Yoon dall’incarico[2]. Nella sentenza si legge: «L’imputato è venuto meno al suo dovere di proteggere la Costituzione e ha tradito gravemente la fiducia del popolo sudcoreano, sovrano della Repubblica di Corea. […] Il beneficio derivante dalla tutela della Costituzione mediante la rimozione dell’imputato è così grande da superare la perdita nazionale che deriva dalla destituzione del presidente. Per questo, la Corte decide all’unanimità che l’imputato presidente Yoon Suk-yeol sia rimosso dall’incarico»[3].
“La legge marziale non veniva dichiarata in Corea del Sud da 46 anni, per cui molti hanno pensato a una fake news.
La legge marziale, una misura temporanea che consente alle autorità militari di assumere il controllo in situazioni di emergenza nazionale, non veniva dichiarata in Corea del Sud da 46
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