La voce blues, ruvida e profonda, di Valerio Billeri, cantautore romano, esplora, in termini di pure suggestioni, il variegato tema dell’Oriente e lo esprime con la forza della chitarra, accompagnata, e a tratti dilatata, dal violino di Fabio Mancini. I brani che compongono Verso Bisanzio (Moonlight, 2024) rielaborano in chiave folk immagini e archetipi collettivi, come la morte, il ritorno, l’amore, fondendo in una sintesi personale temi e personaggi reali o letterari anche lontani nel tempo e nello spazio, che si risolvono, alla fine, in un prodotto musicale che comunica soprattutto il gusto per la parola.
Il termine «Bisanzio» rappresenta quella città simbolo che, adagiata sullo Stretto, si offre allo sguardo di chi viene dall’Occidente come un ponte gettato verso l’Asia o il Medio Oriente, e per questo racchiude dentro di sé il fascino di un’identità di confine. Ma Billeri sembra anche domandarsi quale sia l’anima dell’Occidente. Il risultato è appunto un viaggio, fatto con leggerezza e originalità, lungo i topoi della tradizione, che si configura esso stesso, in quanto racconto, come una risposta possibile.
Proprio come un odierno aedo-cantautore, Billeri si accompagna appena con lo strumento, affidando ai testi, asciutti e fortemente evocativi, il compito alto, antico e sempre attuale di narrare. È il caso, ad esempio, di Electra o de Il Signore d’Oro. Di tanto in tanto, come in Finis Terrae, l’album si impreziosisce di finestre puramente strumentali e virtuosistiche che, attraverso le pennate della chitarra acustica o i lunghi singhiozzi del violino, danno profondità emotiva e spessore tecnico all’intero viaggio musicale.
Nella rapsodia che Verso Bisanzio vuol essere non poteva mancare, come brano di chiusura, un tributo in memoria di Franco Battiato: Billeri sceglie, per omaggiare l’indimenticato autore, Summer on a Solitary Beach, offrendone una reinterpretazione raffinata nell’arrangiamento, e forse più malinconica e riflessiva nelle sonorità. Con questa costellazione di immagini – la spiaggia, il mare, la solitudine desiderata e la conseguente dilatazione sensoriale e percettiva –, Billeri lancia all’ascoltatore la sfida di ripensare l’Occidente in termini di apertura e incontro con un Altro-Oltre che è sempre da accogliere, e che talvolta giunge da lontano, forse dall’Oriente, certamente dal mare.