
Un trittico sui gesuiti e sul loro rapporto con l’arte? Il pittore Raúl Berzosa lo ha realizzato per l’Antinori Center for the Arts nella Jesuit High School di Tampa (Florida), uno spazio per la formazione alle arti di un liceo statunitense. Al centro delle tre grandi tele Berzosa raffigura rispettivamente Ignazio di Loyola, Francesco Saverio e Pietro Favre, circondati da altre figure che riassumono il rapporto tra i gesuiti e le arti attraverso i secoli. Tra i vari personaggi ritroviamo Ennio Morricone, Alfred Hitchcock, re Luigi XIV, Pierre Legros e William Shakespeare. Nella pagina Instagram del pittore si trovano dettagliate descrizioni delle opere.
Fedele al suo stile, sicuramente noto ai committenti, avendo già lavorato per i gesuiti della Florida, Berzosa sviluppa il tema come un’allegoria barocca, espediente narrativo molto utilizzato dalla Compagnia di Gesù fino al Settecento. Ma per comprendere lo stile di Berzosa bisogna collocarsi nelle sue coordinate geografiche e ideologiche.

Quanto alla geografia, può bastare immergersi in una processione della Settimana santa di Malaga, città di Berzosa, dove tutto è una profusione di barocco, ma senza quell’anacronismo che da osservatori a distanza potremmo attribuirgli. Nella religiosità dell’Andalusia il barocco è qualcosa di attuale e vivo; è improprio parlare di nostalgie del passato, e Raúl è figlio di questa religiosità.
Quanto alle coordinate ideologiche, bisogna considerare il rapporto tra Raúl e l’architetto Duncan Stroik, portavoce di un ritorno a linguaggi precedenti alla rivoluzione formale di Le Corbusier, che ha innescato una profonda divisione nel modo contemporaneo di concepire lo spazio sacro. E Berzosa ha realizzato otto tele per una chiesa progettata da Stroik, sempre per i gesuiti e in Florida.
Una volta che si è superata o apprezzata la soglia stilistica, vale la pena fermarsi sui volti dei soggetti rappresentati, che Raúl da ritrattista cura molto bene. Per realizzarli, si serve di modelli, ma è anche attento all’iconografia dei vari santi, come nel caso di sant’Ignazio e san Francesco Saverio, di cui possediamo molta iconografia già dal Cinquecento. E il pittore, con cui abbiamo scambiato qualche messaggio, ci ha anche raccontato della sua personale devozione a Francesco Saverio, di cui possiede un’antica scultura in legno. L’approccio «devoto» può essere un’altra porta di ingresso nel suo linguaggio.
Per alcuni un trittico neobarocco che celebra le relazioni dei gesuiti con nomi illustri delle varie arti potrà sembrare eccessivamente retorico, tuttavia ci sembra utile mettere in risalto il fine pedagogico che può avere in una scuola dove gli studenti possono essere provocati a identificare i vari personaggi rappresentati e a loro volta porsi la questione dello «stile» della pittura in un Paese come gli Usa, patria delle avanguardie contemporanee.