On Falling (Gran Bretagna, Portogallo, 2024), film della giovane regista portoghese Laura Carreira, prodotto da Ken Loach e presentato al Rome Film Fest, racconta la vita della protagonista Aurora, che trascorre la propria esistenza alienata in un magazzino della grande distribuzione. Unico strumento di lavoro è una pistola che legge i barcode e determina i tempi previsti per la ricerca dei prodotti richiesti. Il poco tempo rimanente è dedicato ai quotidiani e sfuggenti incontri con i coinquilini in un appartamento in condivisione di una città scozzese.
I colori non solo della vita, ma di tutti gli scenari dalla fabbrica alle abitazioni e fino al clima scozzese: sono grigi, privi di calore, e creano un’atmosfera anonima, ripetitiva e claustrofobica. La telecamera, spesso in soggettiva, inquadra ripetutamente Aurora di spalle, mentre con il suo lettore barcode cerca i prodotti: quasi un labirinto esistenziale, da cui sembra impossibile uscire. I brevi momenti in mensa con gli altri operai sono spesso caratterizzati da dialoghi semplici, miseri, come mostrano i commenti della notizia del suicidio di un giovane che stava lavorando nell’azienda. Sembra che tutto abbia perso di sapore: le relazioni umane, il senso del tempo, i desideri personali, le speranze di un cambiamento in positivo. All’interno della ditta sembra che tutti siano alla ricerca di un nuovo lavoro, ma, in fondo, la speranza di trovarlo è troppo esile, come mostra il film in una delle scene finali.
Durante la visione, viene immediatamente alla mente la domanda se questo sia il costo da pagare per soddisfare la nostra voglia di acquistare prodotti e averli nel minor tempo possibile. Al di là dell’appagamento momentaneo dei nostri desideri più materiali, quale tipo di lavoro incoraggiamo? Il film, in molte delle sequenze, sembra mostrare che più la solitudine è profonda, più l’attaccamento ai cellulari diviene forte. Non si ha la forza di parlare con il vicino di lavoro, preferendo l’infinito scrolling sullo schermo del telefono… Eppure Aurora scoprirà gradualmente una nuova alba (per cui veramente il suo nome diventerà realtà) attraverso semplici gesti, come i colori di un make up, l’abbraccio di un anziano e un inatteso momento causato dalla rottura di un macchinario dell’azienda.