
Inizia con una concisa autopresentazione la storia di Marguerite, dottoranda, promessa della matematica presso l’École Normale Supérieure di Parigi, alle prese con degli studi sulla congettura di Goldbach, uno dei più vecchi problemi irrisolti nella teoria dei numeri. Alla protagonista – che vediamo sin dall’inizio vivere in maniera solitaria, calzando delle pantofole anche all’università –, durante la presentazione in un seminario viene contestato un passaggio matematico da un altro studente, Lucas, che sta lavorando sullo stesso argomento e che rende invalido tutto il suo lavoro.
È così che inizia il film francese, Il teorema di Margherita (2023), attualmente visibile nella piattaforma RaiPlay, diretto da Anna Novion e presentato al 76º Festival di Cannes. Tutto il lavoro di ricerca della studentessa crolla inesorabilmente come un castello di carte, e così anche la sua vita: viene messa alla porta in breve tempo dal suo professore, che le preferisce l’altro studente, Lucas.
Il colpo che riceve Marguerite sembra troppo forte, perché intacca completamente il suo modo di pensare, estremamente logico e matematico, e tutto quello in cui crede: la matematica come «mezzo per mettere ordine all’infinito». Il primo istinto di Marguerite è di scappare dal suo mondo matematico, del quale, come ha avuto un amore ossessivo sin dall’infanzia, così, improvvisamente, ora prova odio e paura. E, infatti, lei comincia una fuga estrema da tutto ciò che le può ricordare l’ambito universitario e matematico, andando a vivere in una casa di periferia, insieme a Noa, una ballerina dalla vita caotica, facendo la commessa in un negozio di scarpe sportive e giocando a mah-jong, un gioco d’azzardo illegale che si basa su strette logiche matematiche e probabilistiche.
Tuttavia è impossibile rifuggire da ciò che si è, e così le vicissitudini la faranno riavvicinare alla matematica. Per mezzo di essa scoprirà l’importanza delle relazioni, degli affetti e del saper collaborare per risolvere quel percorso che aveva troncato in maniera improvvisa. La protagonista stessa – interpretata dalla brava Ella Rumpf, che ha vinto per l’occasione il César Award 2024 e il Premio Lumière – si accorgerà di avere una vita oltre la matematica, o forse, meglio, attraverso di essa capirà l’importanza del dono ricevuto, che «non si ha il diritto di lasciar perdere».