Quali ruoli hanno l’educazione e lo studio nello sviluppo dell’umanità di una persona e di una collettività? Cosa significa, nella società italiana, educare? Quali precomprensioni e quali pratiche sono legate al verbo “educare”? Le domande nascono ponendosi in ascolto dell’opera di Alice Pasquini. L’artista romana, formatasi in Italia e in Spagna, è street artist, illustratrice, scenografa. Le sue realizzazioni, espresse attraverso tecniche differenti, sono presenti in varie città italiane e straniere; le opere sono attraversate dall’attenzione alla tematica della narrazione del femminile.
Il murales realizzato nella città di Alba Adriatica mostra una bambina impegnata a leggere un libro. L’opera è situata presso due scuole ed è stata commissionata in occasione della conclusione dei lavori nel plesso scolastico. La protagonista è attraversata da diversi colori e circondata da libri. La gravità, all’interno dell’opera, è sospesa. La bambina sembra sollevarsi da una superficie immaginaria, i libri la accompagnano volteggiando. I suoi occhi sono catturati dalla lettura, il corpo si mostra proteso verso le pagine. Queste restano segrete: forse sono i libri che stanno coinvolgendo le vite della spettatrice e dello spettatore nel momento in cui si soffermano a osservare il murales.
La bambina che legge, se assunta come metafora dell’educazione, ne sottolinea il traguardo: educare è elevare, ossia, aprire un processo di umanizzazione a coloro che, bambine e bambini di oggi, diventeranno le cittadine e i cittadini che domani costruiranno la società. Educare è custodire: un lavoro situato nel presente e, allo stesso tempo, proiettato verso un futuro prossimo. Lo studio è un mezzo che può collocare in dialogo con la propria umanità e ampliarla. Leggere è partecipare a un dialogo con sé stesso e con la voce dell’autrice o dell’autore, rimanendo in attesa di una novità.
L’artista lavora lasciandosi interpellare dagli spazi. Il luogo dell’opera non è casuale: le scuole sono luoghi dove ciò che il murales racconta diventa vita quotidiana. Alla luce di questo, ritornano le domande iniziali, con qualche precisazione aggiunta: cosa significa educare, considerando la concretezza e la singolarità delle bambine e dei bambini di oggi? Quale contributo è possibile dare all’educazione delle cittadine e dei cittadini di domani? Quale ruolo e peso hanno le scuole nella società italiana?