
Tutto parla, la realtà è composta da «tu» che si incontrano e si lasciano incontrare per dare inizio a un dialogo. È l’esperienza che chi ama passeggiare può fare a Napoli, dove il Vicolo Donnaregina è stato trasformato da un’opera dedicata alle donne, Il Vicolo delle Donne Resilienti.
Sette murales illuminano la città con il volto di altrettante donne: Frida Kahlo, Michela Murgia, Rita Levi Montalcini, Artemisia Gentileschi, Maddalena Cerasuolo, Guerriera Guerrieri, Matilde Serao. I lineamenti sono stati tracciati dalle mani di Trisha Palma e Giulia Pagano. Nel pezzetto napoletano di arte e quotidianità è stata riaperta anche una libreria, dopo che era stata chiusa per dei furti.
I murales contengono, alla maniera di un simbolo, ciò che realizzano: la trasformazione di un segmento di Napoli; e, parallelamente, contengono i volti di donne che hanno provocato e continuano a provocare, mostrando prospettive inedite. «Volevamo rigenerare questo vicolo», afferma in un’intervista Trisha Palma, una delle due street artist, che giustifica la presenza delle sette protagoniste, sottolineando che l’intenzione è stata sceglierne una per ogni settore della società.
Il vicolo si trova nel Rione Sanità, dove l’associazione «Vicolo della cultura», fondata da Davide D’Errico, gestisce due beni confiscati alla camorra. «Non si può riqualificare un locale e stare in un contesto ambientale difficile», sostiene D’Errico. L’arte ha il potere di indicare una seconda opportunità nei luoghi bui, che costituiscono frontiere della quotidianità, come testimonia la riapertura della libreria.
«Non staremo zitte mai più»: è la citazione che accompagna il volto di Michela Murgia. La scrittrice, che qui viene presentata come esempio, al fine di mettere in primo piano il comune denominatore che la unisce alle altre testimoni, ha insistito nella costruzione delle relazioni al di là degli stereotipi. Se questi opprimono, tuttavia rimangono interstizi dove è possibile resistere perché qualcosa di nuovo germogli. La società, suggeriscono i murales, da un lato è una ragnatela di costumi, norme, tradizioni, rapporti, istituzioni che ci precedono e ci supereranno; dall’altro lato, è affidata alle nostre mani, che possono tessere nuovi sentieri laddove dominano la disumanizzazione e l’ingiustizia.
