
«Eccoci qua… Un altro viaggio infinito, ma oggi compiuto; un percorso a fianco di coloro che hanno formato i miei ascolti; mosso la mia penna verso le prime canzoni e i primi lavori. Ai miei uomini spero di aver restituito almeno in parte ciò che loro mi hanno dato: Andrea Appino, Brunori Sas, Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Francesco Guccini, Morgan, Pino Marino, Luigi Tenco, Renato Zero…»: così si conclude l’album della cantautrice romana Agnese Valle, intitolato I miei uomini (MRM Records, 2023). È un intimo e personale percorso tra i cantautori che hanno maggiormente segnato il percorso artistico di Valle. L’album è un vero e proprio atto di gratitudine e di riconoscenza verso la musica e i suoi compositori.
Non solo: i brani sono riletti vocalmente con un’attenzione personale all’interpretazione, alle sfumature melodiche, al fraseggio musicale. Inoltre, gli arrangiamenti musicali, oltre a tenere in piedi l’ossatura originale del brano, ne reinventano le sonorità, le timbriche, le atmosfere. Come dice Fabrizio Fratepietro, che si è occupato della produzione: «Siamo partiti spogliando i brani di qualunque vestito proposto dall’originale, a volte mantenendo un solo elemento che ne suggerisse la provenienza, e abbiamo lavorato conservando inizialmente solo il testo e la linea melodica». E così, in Autogrill, di Francesco Guccini, i sintetizzatori e l’elettronica ridisegnano il contesto, rendendolo ancor più sognante ed evocativo rispetto all’originale. L’attimo descritto tra il protagonista che passa e ordina e «la ragazza dietro al banco» diviene colmo di attesa, ampliandosi e dilatandosi.
L’unico inedito è rappresentato da «La fioraia», scritta da Pino Marino, sul trascorrere del tempo: Ho visto consumare il tempo / come un collo di camicia / e il cielo si commuove appena / manda gocce di benzina accesa. Una fioraia che rimane con un’ultima rosa in mano, e ripensa alla propria esistenza, gli incontri fatti, per riconoscere il tempo, quello che serve ad ogni cosa. In un’epoca dove il mainstream fagocita e divora canzoni della durata di una stagione, Valle propone una riflessione musicale su ciò che ha la capacità di rimanere, che influisce sull’animo umano, parole che non si lasciano scalfire dal tempo e dalle mode.