Cinquant’anni fa Papa Paolo VI pubblicò la Populorum progressio. Una Enciclica che segnò per sempre la Storia della Chiesa contemporanea. A 50 anni dalla sua pubblicazione è ancora attuale questo documento? Ne parliamo, in questa intervista, con Padre Gianpaolo Salvini, gesuita, economista ed ex direttore della prestigiosa rivista La Civiltà Cattolica.

Padre Salvini, cinquant’anni fa il Papa Paolo VI rinnovò, sulla scia del Concilio Vaticano II e dell’approccio evangelico dei “segni dei tempi”, la  dottrina sociale della Chiesa pubblicando la “Populorum Progressio”. L’Enciclica fece grande scalpore per il suo contenuto. Il documento  pontificio è stata definito come la “Rerum Novarum” dei popoli, perché?

La Populorum Progressio fu e rimane una delle encicliche più significative della dottrina sociale della Chiesa. In certo senso completò il Concilio, chiusosi due anni prima, che aveva parlato poco dei problemi sociali a livello mondiale. Il Vaticano II era stato soprattutto un Concilio europeo e in particolare tedesco e francese, dal punto di vista teologico. Ben pochi vescovi provenienti dal mondo povero avevano avuto modo di farsi notare. In qualche modo fu un’integrazione del Concilio, e come tale venne percepita.

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