L’attuale crisi finanziaria offre lo spunto per rievocare un testo patristico di Ippolito Romano con l’insolito episodio del fallimento di una banca del III secolo, che un certo Carpoforo aveva affidato alla gestione del suo schiavo cristiano Callisto, futuro Papa (217-222). Il racconto riferisce la condanna di Callisto, anche per l’ostilità della comunità ebraica, e la sua successiva riabilitazione. L’Autore è professore emerito all’Università di Macerata.
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UN ESEMPIO DI BANCA NELLA CHIESA ANTICA
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