Per i collaboratori domestici l’occupazione è cresciuta del 53%; in dieci anni si è passati dal milione di posti del 2001 a 1.655.000 nel 2011. Il nuovo contratto collettivo di lavoro, firmato dalle Parti sociali il 9 aprile 2013, migliora la normativa esistente, semplifica le procedure di assunzione, liberalizza i licenziamenti e allevia i costi a carico delle famiglie. Occorre che lo Stato non favorisca un «welfare fai da te» e non lasci sole le famiglie a curare anziani e ammalati. Infine, le buone leggi hanno bisogno di una cultura che consideri i collaboratori domestici immigrati non solamente lavoratori, ma soprattutto persone. Una speciale attenzione è riservata sia alla sicurezza sul lavoro sia al contenzioso. In tal modo le Commissioni territoriali di conciliazione, fra l’altro, possono ridurre il costo delle cause e favorire soluzioni più veloci.
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LAVORO DOMESTICO E FAMIGLIE. Il nuovo contratto collettivo
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